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Il Messaggero

Gravina: “Questo Europeo come il Recovery, l’11 giugno la vita ripartirà”

Getty Images

Le parole del presidente della FIGC: "Stiamo lavorando perché ad agosto gli stadi si possano nuovamente riempire"

Redazione

Tra nove giorni avrà inizio l'Europeo. Sulle pagine de Il Messaggero, Alessandro Catapano ha intervistato Gabriele Gravina, presidente della FIGC.

Che valore ha l’Europeo che parte tra nove giorni? Un grande segnale di speranza. Questo Europeo è un po’ il Recovery del calcio italiano. L’11 giugno tutto il mondo ci guarderà e penserà che la vita riparte. Il primo grande evento calcistico in Italia con il pubblico allo stadio, seppure in percentuale ridotta. Stiamo lavorando perché ad agosto gli stadi si possano nuovamente riempire.

Non siamo tra le favorite, ma possiamo giocarcela con tutte, corretto? Ce la dobbiamo giocare. E’ vero, il nostro è un progetto ancora in evoluzione, ma i nostri ragazzi riusciranno ad andare anche oltre le proprie possibilità.

Però se guardiamo ai risultati dei nostri club, dobbiamo dirci che il calcio italiano è non è più competitivo... Purtroppo. Eravamo il campionato più bello del mondo, ora siamo la quarta forza d’Europa, e rischiamo di essere superati da altri campionati.

Cosa ci manca? Di investire in settori giovanili e infrastrutture. Lo diciamo da anni, ma non lo abbiamo ancora capito. In più, serve il senso di responsabilità per un progetto di riforma complessivo dei nostri campionati.

Lo scontro sulla Superlega è arrivato alla Corte europea, rischiamo una nuova sentenza Bosman? E’ un problema che non fa bene al calcio. Ci sono delle regole da rispettare, e non perché lo dice Ceferin, è che funziona così. Ci sono delle società che vogliono organizzarsi il proprio campionato. Nessuno glielo impedisce, ma lo facciano fuori dal nostro sistema, dai tornei che si riconoscono nella Fifa, nella Uefa e nella Figc.

Ma il calcio italiano può permettersi di perdere la Juventus? Lei sta ancora cercando di suggerire un passo indietro ad Andrea Agnelli? Il calcio italiano non deve rinunciare al rispetto delle regole, innanzitutto. Valgono per tutti, anche per la Juventus, innanzitutto per la Juventus che è il club italiano più titolato e con più tifosi.

E’ stata una stagione piena di episodi desolanti, dalla guerra dei tamponi alle invasioni di campo delle Asl, alle partite disertate e recuperate a giochi praticamente fatti: un’altra mazzata alla credibilità del calcio italiano? Innegabile, ma ci stiamo impegnando per restituirgliene un po’. Purtroppo anche il calcio è fatto di uomini e non sempre gli uomini sono all’altezza delle aspettative. Le debolezze di alcuni protagonisti del nostro mondo generano contraddizioni da eliminare il prima possibile.

Lotito genera contraddizioni? Non amo personalizzare. A Lotito riconosco l’impegno attivo nel mondo del calcio e la sua scaltrezza.