rassegna stampa

Gravina punta sul futuro

Il numero uno della Federcalcio va dritto sulla ripresa del campionato e si gioca parecchio in vista delle elezioni

Redazione

Da uomo forte a cui aggrapparsi nella tempesta a ritrovarsi in balìa delle onde può essere un attimo, scrive Emiliano Bernardini su Il Messaggero.

Questione di venti. E correnti. Quelli che sta affrontando Gabriele Gravina, numero uno della Figc. Nel momento più difficile. Le istituzioni, parte degli altri sport e qualcuno all'interno del suo mondo hanno fatto capire che la direzione che il calcio vuole prendere non è la migliore. Sibillino anche il numero uno del Coni, Malagò (tra i due non c'è mai stato un grande feeling): "Tu vuoi essere il presidente di una federazione? Allora questo è il tuo momento in cui prendere decisioni. Tutti devono perdere qualcosa, l'ideale sarebbe trovare insieme il modo che non ci siano vinti né vincitori e che il calcio possa ripartire il prima possibile e a prescindere da questa stagione".

D'altronde provare a concludere questo campionato è un azzardo. Già, ma fondamentale per la sopravvivenza del calcio. Giusto che chi guida la federazione provi a portare la nave in porto. Ma qualcuno gli rimprovera una eccessiva esposizione che gli avrebbe creato qualche nemico in più. Soprattutto istituzionale.

Si vocifera che secondo accordi sarebbe l'amico Cosimo Sibilia, della Lega Nazionale Dilettanti, a dover andare alle elezioni per la poltrona più alta della Figc. Questione risolta? Forse. In questi mesi le altre componenti hanno perso potere. L'altra faccia della medaglia, però non brilla affatto. Di nemici ne ha diversi. Non potrebbe essere altrimenti. Franchi tiratori proprio all'interno del movimento. Gli stessi che gli rimproverano di parlare troppo e un eccessivo feeling con il presidente della Lazio, Lotito. Non certo uno dei presidenti più amati della serie A.

Oggi c'è la Commissione medica della Figc che proverà a fissare i paletti da cui partire. Questa è anche l'occasione per il mondo del calcio di cambiare e di cercare di entrare in una nuova fase. Una partita che non coinvolge solo il pallone ma anche chi o guida.