Lo stop imposto dalla pandemia ha portato il calcio mondiale a vivere una crisi economica che rischia, come in tutte le altre industrie, di sfociare in un crac epocale, scrive Romolo Buffoni su Il Messaggero.
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Grandi manovre verso i gol
La vera incognita non è tanto il ripartire con il campionato, quanto avere la certezza di finire
Mentre altri sport di squadra come, nell'ordine, rugby, basket e volley, hanno alzato bandiera bianca dando appuntamento alla prossima stagione, il presidente della Figc Gabriele Gravina a parole e nei fatti sta tentando di trovare una via d'uscita, programmando con l'assenso di Uefa e Fifa un per ora ancora ipotetico ritorno in campo.
Sono state presentate le linee guida dalle quali nascerà un "protocollo unitario definitivo" per la ripresa dell'attività, dagli allenamenti alle partite. Ma, per dirla con una frase diventata di moda, comanda il virus e allora alla riunione hanno partecipato esperti infettivologi come Roberto Cauda, dell'Università Cattolica, Massimo Fantoni, primario Unità Covid-19 del Gemelli, Walter Ricciardi, componente Oms e consigliere del ministero della Salute, e Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani.
Perché la vera incognita non è tanto il ripartire, quanto avere la certezza di finire: cosa accadrebbe se dopo il ritorno in campo dovesse verificarsi anche un solo caso di positività? E' questa, in fondo, l'obiezione che divide anche la Lega di serie A tra chi vuol fare di tutto per tornare in campo, fazione capitanata dal presidente della Lazio Lotito che comprende Napoli, Roma, Verona, Bologna, Sassuolo e Lecce, e chi la chiuderebbe qui con a capo il Torino di Cairo e che comprende Brescia («Il club vorrebbe evitare di tornare a giocare nel rispetto della triste realtà bresciana», c'è scritto in un comunicato inerente il rimborso agli abbonati), Genoa e Sampdoria. C'è anche la terza posizione di chi non si espone, ma la Juve ha detto di non volere uno scudetto assegnato a tavolino, mentre l'Inter ha richiamato alle armi i suoi stranieri che erano stati lasciati liberi di tornarsene a casa.
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