Liberi di tornare a casa, a Rotterdam, dietro le dighe, come se nulla (o quasi) fosse accaduto. I tifosi del Feyenoord che per due giorni hanno violentato il centro di Roma, dopo qualche ora in cella e una “comparsata” in Tribunale, questa mattina ripartiranno per l’Olanda con un aereo da Fiumicino.
rassegna stampa
Gli ultrà di Rotterdam, 40 anni di furia alcolica
I tifosi del Feyenoord - in olandese “Het Legioen”, la Legione - hanno dimostrato più volte di che pasta siano fatti rendendosi protagonisti di quelli che loro stessi hanno definito episodi a base di «violenza alcolica».
I ventitrè giovani arrestati per gli scontri di mercoledì a Campo de Fiori - un antipasto dell’inferno visto ieri a piazza di Spagna - sono stati tutti condannati per direttissima. Pene detentive fino a sei mesi (solo teorici), ordine di stare alla larga dalla città (ma un giorno potrebbero apparire a Milano, in fondo) e carcere commutato in multe tra i 30 e i 40 mila euro. Tutto da vedere, ovviamente, anche perché i supporters orange - il passato insegna - si muovono perfettamente a loro agio in certe situazioni.
LA LEGIONE - Compattezza, fedeltà e organizzazione sembrano il marchio di fabbrica della casa. Fieri di se stessi e dei colori di Rotterdam, i tifosi del Feyenoord - in olandese “Het Legioen”, la Legione - hanno dimostrato più volte di che pasta siano fatti. Più volte si sono resi protagonisti di quelli che loro stessi hanno definito episodi a base di «violenza alcolica». La Uefa nel 2006 li buttò fuori dalla competizione per i furiosi scontri esplosi allo stadio di Nancy in Francia durante una partita di coppa. Ma i “Kameraadjes” - si chiamano così - non si impressionarono più di tanto. Con il Beiktas lo scorso luglio e poi a ottobre, si sono scontrati duramente. Quella volta avevano bloccato dentro un pub i sostenitori della squadra rivale contro i cui avevano scagliato bottiglie piene di urina. Quando ci sono di mezzo gli arcinemici dell’Ajax di Amsterdam la guerriglia è garantita. Come nella cosiddetta “Battaglia di Beverwjjk”, il 23 Marzo del 1997, un morto, decine di feriti e una tranquilla cittadina nel nord del Paese sconvolta dalla furia degli hooligans. La parte più accesa e violenta della tifoseria viene temuta in tutta Europa un po’ come lo furono i famigerati fans del Liverpool negli Anni Ottanta. Le teste calde dei Reds - ci fu di mezzo la tragedia dell’Heysel in Belgio (29 Maggio 1985) - trovarono pane per i loro denti quando Margaret Thatcher impose una durissima legge - lo “Hooligans Act” - che ne calmò gli spiriti senza preamboli e con centinaia di arresti. Le scorribande del “Kameraadjes”, invece, continuano senza argine da decenni e la Germania sembra esaltarne le “doti”: scontri a Stoccarda, incursioni a Leverkusen (proprio come quelle di ieri a Roma), una giornata di guerra a Monchengladbach sedici anni fa, quando gli olandesi tennero in scacco quindicimila agenti della polizia tedesca.
I PRECEDENTI - La meglio gioventù di Rotterdam, quando tifa Feynoord, porta nomi in linea con quello che sembra il “core business” della casa: “I Lunatici”, “Feynoord fino alla Morte”, “Gli Irremovibili”, tutte sigle che nel mondo del pallone possono ovviamente sembrare la norma e che in fondo lo sono anche da noi. Ma sono sigle che raccontano anche date e fatti. Nel 1974 la finale di Coppa Uefa contro gli inglesi del Tottenham fu trasformata in un mezzo inferno dai supporters olandesi. Il 17 Aprile del 2005, durante il solito derby contro l’Ajax ad Amsterdam, i “Kameraadjes” se le diedero di santa ragione con la polizia nel centro della capitale. Ma anche quella volta, fatta eccezione per qualche titolone sui giornali e una dozzina di condanne per direttissima, la cosa finì in sostanza lì.
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