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Gasperini, il turnover può attendere

Redazione
Grazie a Gasp, ci ricordiamo che abbiamo a che fare con atleti di 20-25 anni che possono "addirittura" giocare a distanza di 4 giorni due partite

La bellezza nell'ascoltare Gasperini è che detesta le banalità. Quante volte, con settembre che ancora deve terminareecon appena 4 partite alle spalle, 5 con le coppe, abbiamo sentito, sentiamo e sentiremo in futuro allenatori che predicano la necessità del turnover, che la squadra è stanca, che altrimenti il rischio è pagare le fatiche della partita infrasettimanale, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Discorsi leciti a marzo o aprile, nel momento in cui la stagione volge al termine, non il 28 settembre, quando le temperature ieri hanno permesso l'ultimo (o penultimo) bagno nelle località di mare. E così, grazie a Gasp, ci ricordiamo che abbiamo a che fare con atleti di 20-25 anni che possono "addirittura" giocare a distanza di 4 giorni due partite: "Turnover? No, io non sono mai per un turnover molto ampio, in questo periodo c'è bisogno di giocare con continuità e fissare situazioni di gioco in cui stiamo crescendo. La squadra si sta esprimendo sempre meglio. Non c'è alcun problema fisico, quando stai bene puoi tranquillamente giocare. E poi ci sono 5 cambi a partita in corso, ti garantiscono di avere una squadra competitiva e fresca". Musica per le orecchie di chi non sopporta i luoghi comuni. Poi è chiaro, qualche cambiamento ci sarà ma sarà dettato perlopiù dalle caratteristiche dell'avversario, dalle risposte che ha ricevuto dal match contro il Nizza e nel derby e dalla voglia di allargare lo zoccolo duro: "Da Svilar a Soulé ci sono 8/9 giocatori affidabili e presenti, che rappresentano il nucleo portante di questa squadra. Se riusciamo a inserire Pellegrini, Rensch e Tsimikas meglio ancora, ma il nucleo principale è quello. Il nucleo è affidabile e porta risultati".