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Garcia: «Voglio restare per vincere, ma non decido io»

«I giocatori conoscono la mia motivazione: voglio vincere più gare possibili fino al traguardo. Ma non ragiono su due mesi. Il futuro è adesso. Concentrandosi sul match più importante: il prossimo»

Redazione

«Volevo solo stare insieme con loro. Ecco perché preferivo partire già venerdì. Perché solo noi possiamo venire fuori da questo momento difficile». Garcia sembra tranquillo, anche se nemmeno stavolta è stato accontentato: ha dovuto aspettare 24 ore in più per spostarsi in Romagna. «Problemi logistici» sui quali fa bene a non soffermarsi. Il francese, oltre che per provare il campo sintetico del Cesena nel tardo pomeriggio, ha insistito per isolare la squadra dopo le due sconfitte di fila.

BILANCIO RIMANDATO - «Non sarò mai un peso per questo club: i conti li facciamo a fine stagione» le sue parole dopo il ko di lunedì contro la Sampdoria. Da Cesenatico, però, è stato meno categorico, riproponendo concetti a lui più cari: «Sono qui per vincere trofei. Non sarà per quest'anno, ormai è quasi sicuro. Voglio farlo nel futuro. Ma non decido da solo, ci sono il presidente e i dirigenti: per questo faremo il bilancio alla conclusione del campionato. Con Pallotta sono sempre in contatto, l'ho sentito pure dopo la Fiorentina». Nessuna resa, dunque: «I giocatori conoscono la mia motivazione: voglio vincere più gare possibili fino al traguardo. Ma non ragiono su due mesi. Il futuro è adesso. Concentrandosi sul match più importante: il prossimo». Ma ha bisogno dei guerrieri, come chiama i giocatori: «Quando si vince, come nei primi mesi della stagione, è tutto più semplice. C'è possibilità di addormentarsi sulle nostre vittorie. Adesso sanno che dobbiamo essere svegli e soprattutto lottare insieme. Con rabbia».

FEELING CON LA TIFOSERIA -Garcia conta sull'appoggio dei tifosi. Ai quali chiede, però, di non scaricare i giocatori. «Come ha detto Keita, loro hanno bisogno di giocare con la testa libera e la fiducia. E con l'incoraggiamento della nostra gente. Un club è una unica entità: dirigenza, giocatori e tifosi. Con lo stesso obiettivo: fare i migliori risultati. Dobbiamo rimanere connessi e mantenere il filo con il nostro pubblico. Ho un grande affetto e rispetto per i tifosi, mi aspetto che la cosa sia reciproca verso i miei giocatori. Che difenderò sempre. Quando devo essere duro, lo sono nello spogliatoio. Con questa rosa possiamo ancora fare bene». E segnare: «Io ho totale fiducia. Devono però credere nella qualità dei singoli e del gruppo. Con il nostro talento possiamo risolvere le partite. Ultimamente regaliamo gol e quindi nemmeno una rete basterebbe per vincere». Totti è rimasto a casa: «Non era il caso di rischiare di perdere il capitano per questi due mesi».