rassegna stampa

Garcia: “Una squadra inquietante”

E la società? Ha fatto un mercato di riparazione inquietante, per usare un termine con cui Garcia ha definito la partita con il Chievo

Redazione

Siamo all'uno contro tutti, o al tutti contro uno. La Roma è a pezzi, i protagonisti sono sparpagliati. Garcia si è perso e i calciatori non riconoscono più la voce del padrone. E la società? Ha fatto un mercato di riparazione inquietante, per usare un termine con cui Garcia ha definito la partita con il Chievo. Da una parte c'è l'allenatore che, dopo l'ennesimo pareggio con solita prestazione sciatta, almeno stavolta non nega l'evidenza e non se la prende con l'ambiente, ma esce allo scoperto e denuncia il problema parlando di una Roma «scarsa» e, appunto, «inquietante»; dall'altra ci sono i calciatori che ammettono di non riuscire più «a fare ciò che si prepara durante la settimana».

COLPA TUA, VITA MEA -  La squadra non corre, gioca male, ognuno va per conto suo, in campo e fuori. E non certo da oggi. Le partite le guardano tutti, le facce dei calciatori nel viaggio di ritorno a Roma le possono notare in pochi. Bocche cucite, armonia zero, dialoghi al minimo. Lo staff da una parte, calciatori dall'altra. Feeling annientato, voglia di scherzare, sotto zero. I giocatori non hanno preso bene quando Garcia, ad esempio, ha fatto riferimento «alle tante cose sbagliate, come se non avessimo guardato lo studio fatto sul Chievo: eravamo bassi e non facevamo pressing». E doveva essere il contrario. Un'accusa ai ragazzi, distratti da chissà cosa e con chissà quale secondo fine. «Bisogna essere chiari e trasparenti, e quando non giochiamo bene va ammesso», aggiunge Rudi. E non basta. Altra picconata. «Questo pareggio non è come i precedenti. Il gioco è brutto, scarso e non me lo spiego, non me lo aspettavo. Difficile giocare a calcio se non si fanno due passaggi di fila. Non ci sono alibi, abbiamo sbagliato anche scelte semplici. Non mi ricordo di aver visto una faccia della mia Roma tanto brutta». Amen. Scaricare sui protagonisti significa, anche se indirettamente, ammettere le proprie colpe. Del resto se la Roma è brutta, ci sta che la responsabilità se la prenda anche chi aveva meriti quando era bella. Ora si rischia di non andare in Champions? «Se vediamo la squadra di Verona sì, se penso a quella contro la Juve o contro il Feyenoord no». Sì, ma dov'è la verità?

LA RESA DEI CONTI -  Oggi tecnico e giocatori parleranno ancora, si diranno tutto. Qualcosa è stato fatto anche ieri, ma non può bastare. Rudi si aspetta spiegazioni. Alcuni calciatori sono convinti che sia stata sbagliata la preparazione: troppi viaggi estivi, pochi allenamenti ed oggi vanno a uno all'ora. Garcia teme di essere stato mollato sul più bello e non si spiega il perché. Si nota: in campo ognuno va per conto suo. «Spero che mi diranno la verità, che è stato troppo brutto per essere vero. Abbiamo sbagliato tutti, io per primo: non sono riuscito a dare un viso migliore alla squadra». Ma perché Totti dall'inizio? Non doveva riposare? «Ljajic e Pjanic non stavano bene (non sembrava, ndi), su Doumbia stiamo lavorando per farlo tornare al massimo: mi sembra che la formazione iniziale fosse in grado di fare molto meglio. Perché Gervinho non esce mai? stavolta avrei dovuto far uscire tutti».

IL MERCATO VIRTUALE -  Di mercato, Garcia, stavolta non parla, perché anche questo ha influito sul rendimento della squadra, quantomeno non l'ha aiutata. Chi è arrivato in estate (non tutti, ovvio) non ha dato quello che ci si aspettava, chi è arrivato a gennaio per ora non s'è mai visto. E chissà se questo ha intaccato i rapporti tra il tecnico e chi il mercato lo fa. Anzi, lo decide.