«Il giorno in cui sentirò di non essere più utile o un plus valore per ottenere vittorie e trofei mi farò da parte». Rudi Garcia esce allo scoperto. Un avviso ai naviganti, il suo, oppure un voler mettere le mani avanti in attesa di eventi? Lo scopriremo solo vivendo, come sempre. Uscita mirata, comunque. «Finché i giocatori sono dalla mia parte, continuerò a inseguire il sogno di vincere qui. Con questa squadra, e in questa piazza che forse è la più difficile al mondo, credo sia ancora possibile. Mi conoscete male se pensate che io mi arrendo al primo momento di difficoltà: questo è il primo, ce ne saranno altri ma mi auguro non in questa stagione perché abbiamo già avuto abbastanza problemi. Come ho dichiarato dopo la gara con la Sampdoria, fino all'ultimo minuto dell'ultima partita di campionato io ci sarò, e sosterrò i giocatori e tutti quelli che ne hanno bisogno».
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Garcia: «Quando non sarò più utile andrò via»
"In questo momento c’è da appoggiarsi alle cose buone e penso che usciremo da questo momento e vinceremo le partite solo se punteremo sul gioco"
I CONTI ALLA FINE - E ancora, parlando molto del suo futuro e poco della Fiorentina. «Mi prendo tutte le colpe, ma lasciate tranquilla la squadra. Poi, come ho già detto, i conti si faranno alla fine della stagione. Sembra che stiamo lottando per la salvezza e che siamo già fuori di tutto. Invece c'è una partita da vincere contro la Fiorentina ed è fondamentale, perché abbiamo voglia di passare il turno e andare ai quarti di Europa League. Sta a noi farci seguire dai tifosi facendo la partita giusta, dando tutto per questa maglia. Io voglio che i giocatori abbiano la testa tranquilla». Una pausa, prima di ripartire. «Io sono sempre misurato, non sono mai caduto nell'euforia né nel pessimismo o nel catastrofismo. Sono abbastanza tranquillo e sereno perché dopo la pioggia viene il sole. Dobbiamo farlo risorgere noi ma, ripeto, lasciate i giocatori tranquilli perché danno tutto sul campo». Domanda: perché Roma è la piazza più difficile al mondo? «Lo sapete bene, non c'è nulla da spiegare. A fine anno parleremo di tutto se volete, o forse è meglio dire all'inizio dell'anno prossimo altrimenti prendete scorciatoie...». Un appunto sulla squadra: in campo sempre gli stessi e in qualsiasi condizione, ecco l’accusa più ricorrente. Tipo Gervinho. O Iturbe. «Se parliamo di campionato, devono segnare di più e hanno il talento per farlo. In Europa hanno segnato parecchio, soprattutto Gervinho (Iturbe un gol..., ndr). Lui è lo stesso giocatore che faceva alzare tutto l'Olimpico quando faceva vincere la Roma: deve ritrovare in campionato il suo livello in Europa, ma a Rotterdam ci ha aiutato a vincere e a qualificarci. Per quanto riguarda Iturbe, ha avuto diversi infortuni e deve ritrovare la condizione fisica che è la base del suo calcio. Se non è al 100 per cento non può esprime le sue qualità, ma io ho totale fiducia nei miei giocatori».
GIOCO PREVEDIBILE - Garcia, come si supera la prevedibilità del gioco della Roma? «Nelle ultime settimane abbiamo utilizzato almeno tre moduli, ma la differenza la fa la palla che entra o no. Contro la Sampdoria abbiamo giocato molto bene, abbiamo pareggiato delle gare prima in cui avevamo giocato molto peggio. Finché la squadra si procura occasioni sono tranquillo: una squadra che non ha più occasioni è una squadra in difficoltà, ma io non ho visto questa cosa due giorni fa. Il problema della sconfitta contro la Sampdoria è che è arrivata dopo tanti pareggi. Non voglio che i giocatori pensino che lunedì sia stato tutto da buttare. In questo momento c’è da appoggiarsi alle cose buone e penso che usciremo da questo momento e vinceremo le partite solo se punteremo sul gioco. Servono anche orgoglio e carattere, ma il gioco è fondamentale».
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