rassegna stampa

Garcia affronta il problema numero 1: la sua Roma lavora poco e male

La fragilità tattica dipende direttamente dalla condizione atletica. La Roma di oggi è vulnerabile perché gli interpreti sono statici.

Redazione

Non è mai troppo tardi. Nè per il secondo posto, nè per ritrovare la condizione atletica. Perché, lo ha ricordato anche Garcia ai giocatori nel confronto pomeridiano, chi si ferma è perduto. La Roma è fisicamente a terra. Anche quando accelera, in alcune fasi della gara, dà l’impressione di utilizzare solo le energie nervose. E, per la verità, senza essere efficace, perché solo pochi calciatori riescono ad alzare il ritmo in partita. Altri sono statici perché non si fidano delle proprie condizioni. E si amministrano.

VECCHIO PROBLEMA -  La preparazione estiva non ha portato vantaggi, soprattutto nell’annata del ritorno in Champions. Anzi, senza tornare sui 26 infortuni muscolari, ha penalizzato la Roma. Che non corre mai come gli avversari e che non è in grado di ritrovare la forma perduta nemmeno in questo periodo in cui ha tutta la settimana per lavorare. Le eliminazioni dalle 3 coppe andavano sfruttate per ritrovare la brillantezza e l’intensità che da novembre non si sono più viste.

NUOVO AVVERTIMENTO -  Non è la prima volta che Garcia fa riferimento, in privato, all’atteggiamento dei giocatori durante l’allenamento. Da loro pretende più applicazione in settimana. Per essere presentabili in partita. Non ha visto voglia contro l’Atalanta. E non ha nemmeno accettato alibi, come quei pochi fischi del pubblico per l’esibizione mediocre e, a tratti, irritante. I calciatori sono stati avvisati: senza impegno, si rischiano altre figuracce. Perché la fragilità tattica dipende direttamente dalla condizione atletica. La Roma di oggi è vulnerabile perché gli interpreti sono statici. A prescindere dalle scelte e dai moduli.