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rassegna stampa

Fonseca: “Roma, con te io vincerò”

LaPresse

Il tecnico: "Voglio giocatori motivati. Non conta il passato ma solo il presente e il futuro"

Redazione

Paulo Fonseca appare come un uomo mite, che sta cercando di capire dove è capitato e che tipo di lavoro dovrà svolgere, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Allenare la squadra e, come sempre, il famoso ambiente romano, che aspetta da anni di alzare un trofeo. Questo allenatore qualcosa nella sua vita ha vinto, sì in Ucraina, ma è già tanto. Ha esperienza internazionale, e da questo punto di vista è più simile a Spalletti (che veniva dallo Zenit) rispetto a Di Francesco (bravo nell'esperienza al Sassuolo). Per il resto, come tipo di allenatore siamo lì: tutti e tre amano parlare di calcio, provando a far giocare bene le loro squadre.

Giocatori motivati e un calcio affascinante: questa la doppia missione del tecnico portoghese. Il compito è difficile ma "io non ho paura, questo è un sentimento che non fa parte del mio carattere", dice.

La conferenza stampa è meno scoppiettante rispetto a quella di Gianluca Petrachi: ma l'allenatore non entra nello specifico, non parla di cessioni, di trattative, né di idee di mercato.

"Voglio giocatori motivati. Non conta il passato ma solo il presente e il futuro", sostiene il tecnico. Un futuro tutto da descrivere, tutto da attendere, con un po' di sorriso e un pizzico di ottimismo. Fonseca non promette, non fa proclami. Ma di una cosa è certo: "Sono fermamente convinto che negli anni in cui sarò l'allenatore di questa squadra potremo vincere una delle competizioni alla quale parteciperemo. Il presidente Pallotta non ha fissato obiettivi, ma vogliamo tornare subito in Champions. Possiamo elevare la Roma a un livello successivo. È un campionato difficilissimo, una sfida affascinante".

Si capisce che Higuain sia un calciatore gradito. "Il centravanti migliore? Quello che fa gol...". Fonseca è un allenatore da 4-2-3-1, ma pure a lui parlare di numeri non piace. "Quella del sistema di gioco non è la questione più importante. Per me è lo dinamica della squadra. Le mie squadre sono dinamiche, in campo si sdoppiano. Bisogna sempre fare i conti con le caratteristiche dei giocatori. Chi è qui nella Roma potrà adattarsi alla mia idea di gioco. La questione difensiva? Negli ultimi 12 anni in Italia la squadra che ha vinto lo scudetto è quella che ha subito meno gol. Difendere bene non significa avere una squadra difensiva. Il miglior modo per difendere è tenere la palla, soprattutto lontano dalla porta. Se riusciremo ad avere una squadra solida in fase difensiva, ci saremo avvicinati al traguardo di vincere".