Tutto perfetto. Anzi, quasi perfetto.Fonseca, dietro quell’aspetto gentile, nasconde un briciolo di preoccupazione e rabbia, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Fonseca è in riserva
L’allenatore soddisfatto della squadra e dei titolari, aspetta il risveglio dei giocatori alternativi
La partita di San Siro è lo specchio di una situazione che dovrà per forza cambiare e naturalmente ci vuole tempo. L’allenatore portoghese ha trovato gli uomini base, e parliamo in questo caso del reparto offensivo. Ottimo Zaniolo, così come Kluivert, e Dzeko. Il problema è sempre chi c’è dietro. Nomi illustri, come nel caso della Roma.
Venerdì contro l’Inter Fonseca ha capito che per fare un ulteriore salto in avanti servono i veri Perotti, Mkhitaryan e Under, per non parlare poi di Kalinic, che non gioca nemmeno quando il suo alter ego è infortunato. Nessuno di loro, per motivi diversi, è nel giro dei titolari e al momento non sono riserve affidabilissime, perché tutti indietro nella condizione fisica, visti gli infortuni che hanno subito. Mkhitaryan, al Meazza, è stato schierato da titolare, cosa che non succedeva dallo scorso 29 settembre (Lecce), quando si è infortunato. Prima della sfida contro l’Inter, è stato in campo solo per 23 minuti con il Verona, tempo che gli è bastato per segnare la rete del definitivo 1-3. Nella Roma ha totalizzato solo sette presenze, per un totale di 528 minuti. Pochissimi.
La partita di giovedì in coppa contro il Wolfsberger sarà un’occasione per mettere minuti, e il discorso vale per i suoi colleghi di panchina, come ad esempio Perotti, che fino a ora ha giocato anche meno dell’armeno, cioè solo 269 minuti spalmati su nove presenze. Per Diego, quella di San Siro, è stata la seconda da titolare (la prima con il Milan) dopo il lungo infortunio che lo ha colpito alla fine dell’ultima estate. Il rendimento ad oggi è ancora ai limiti della sufficienza. Non riesce a trovare la continuità, pure stoppato dalla convincenti prestazioni di Kluivert che, a detta di Fonseca, è l’esterno che si adopera nella migliore fase difensiva.
Risolto il problema difensivo, resta da mettere a posto quello offensivo. La Roma segna poco in tutti i suoi attaccanti che, da ora in poi, dovranno almeno essere un po’ più presenti e vivi, non come è accaduto fino a ora.
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