Se c’è un limite alla decenza ieri è stato sicuramente superato. A Cagliari Folorunsho è andato oltre le solite scaramucce tra giocatori e gli irripetibili epiteti pronunciati nei confronti della madre di Hermoso sono un gesto da condannare, scrive Daniele Aloisi su Il Messaggero. Tutto nasce al minuto 77 quando Palestra cade in area dopo un leggero contatto con Ghilardi. Per Zufferli non c’è niente, ma gli animi si scaldano. Il centrocampista inizia a prendere di mira lo spagnolo e il direttore di gara ammonisce entrambi dopo una mini rissa. Ma non finisce qui e a distanza urla una serie di insulti sessisti accompagnati da gesti scurrili che fanno andare su di giri Hermoso. Il direttore di gara, però, non estrae un altro cartellino che avrebbe riportato le due squadre a giocare in parità numerica. Qualche minuto più tardi – dopo il gol di Gaetano – scoppia un altro parapiglia. I protagonisti? Sempre i soliti. Folorunsho rimane a terra per crampi, Palestra se ne accorge e appoggia il pallone verso il fallo laterale per far intervenire i soccorsi. Mario ne approfitta, non fa uscire la palla e corre sulla fascia fino a quando l’azione non sfuma. Altro caos. Un altro gesto antisportivo che Zufferli – come fatto in precedenza – non sanziona. Ma le attenzioni sui social si spostano sugli insulti di Folorunsho. Alcuni hanno paragonato la scena a quella del 2006 tra Zidane e Materazzi, questa volta senza testata o espulsione. Tante, però, le critiche per un episodio che con il calcio ha poco a vedere e che ha scatenato la rabbia: "Due settimane fa i giocatori erano scesi in campo con il segno rosso sul volto per condannare la violenza sulle donne, ora verranno presi provvedimenti?", scrivono i tifosi giallorossi. In serata arrivano le scuse.
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Folorunsho insulta Hermoso. In campo la rissa, poi si pente
I due sono stati protagonisti nel finale
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