rassegna stampa

Ferrero: “Basta giocare nel deserto, ingresso per il 40% degli spettatori”

Il patron della Sampdoria: "La soluzione è il coraggio: da restituire alla gente. Il calcio senza pubblico non ha senso, è il momento di riaprire gli stadi"

Redazione

"Basta con il pallone nel deserto". Non è il titolo dell’ultimo film del produttore Massimo Ferrero, ma lo slogan d’attualità del presidente testaccino della Sampdoria, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

"La soluzione è il coraggio: da restituire alla gente. Il calcio senza pubblico non ha senso, è il momento di riaprire gli stadi". E non ne fa solo una questione economica, nonostante i 20 club di serie A abbiano perso più di 100 milioni per i mancati incassi al botteghino con le partite a porte chiuse (comprese quelle delle coppee) nel finale di stagione dopo il lockdown e adesso, non potendo mettere in vendita le tessere, rischiano che "salti il banco" come ha chiarito il presidente del Coni Giovanni Malagò. Buco dai 300 milioni in su. Situazione, insomma, delicata e da prendere al più presto di petto. Non è all’ordine del giorno, ma finirà nelle varie ed eventuali della riunione del Consiglio Federale(ore 12 in via Allegri).

"Non so che cosa stiamo aspettando per ripartire". Ferrero è preciso quando ricorda che "non si può fare il paragone con le discoteche. Che sono al chiuso o quasi. E lì, dopo il lungo lockdown, la gente va per sfogarsi. Il nostro spettacolo è in spazi sempre ampi e all’aperto".

Insiste: "Pensate alla capienza di ogni stadio. Vogliamo il distanziamento, ok. Ma facciamo entrare la metà degli spettatori. A Marassi ventimilasu quarantamila.Basta anche il quaranta per cento, con due sedili occupati su cinque. Bisogna riaprire, se non alla prima di campionato, alla seconda. Un po’ alla volta. Con regole chiare e uguali per tutti, senza fare figli e figliastri. Sui bus apertura al settanta per cento e noi niente. Mah!".