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Getty Images
I cinque gol realizzati sotto l'ombrellone, sono il meno. E non sappiamo nemmeno se quei famosi cento milioni di valutazione che risalgono a due anni fa corrispondano realmente al suo valore attuale. In questo caso, i trentacinque fissati per il riscatto sarebbero una barzelletta e buon per la Roma se dovessero bastare quelli. Evan Ferguson oggi è tutto da scoprire, ma di una cosa siamo certi: piace, e pure tanto, a Gian Pero Gasperini, che continua, giustamente, a borbottare per i ritardi sul mercato, ma apprezza il suo centravanti, che pian piano si sta ritagliando un ruolo centrale nel suo scacchiere, ancora in divenire. Ferguson è il classico attaccante gasperiniano, abile nel gioco in area, bravo a uscire dall'area, a dialogare con i compagni, nonostante la sua stazza è pure veloce nel breve e possente nell'attaccare la profondità. Il tutto racchiuso in una cornice di un ragazzo del 2004, dunque giovanissimo e migliorabile con l'aiuto dell'allenatore. E apparso come l'opposto di Dovbyk, che ci ha messo un po' per vincere la timidezza. Si ricorderà: l'ucraino all'inizio calciava solo col sinistro, non era cattivo sotto porta, aveva troppi roghi nella testa per via della famiglia costretta a vivere lontano da lui e nel pieno di una guerra sanguinosa. Ferguson è partito con una sfrontatezza diversa: calcia da qualsiasi posizione, di destro, di sinistro, attacca il portatore e pure il portiere avversario, vedi gol con il Kaiserslautern.
Dopo il prestito semestrale - doveva recuperare dopo la rottura del crociato - al West Ham di Graham Potter, l'uomo che aveva creduto in lui fin da quando era un bambino, non conclusosi per il meglio (otto presenze, zero gol e ritorno al Brighton), Evan sta per rimettersi in gioco in una piazza di prestigio, che ha la stessa sua fame. Una situazione ideale, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, per recuperare il tempo perduto, e poco sposta la presenza di Dovbyk, che al momento è alle prese con noie muscolari legate all'annoso problema al ginocchio, perché con Artem può fare coppia ed esserne il suo alter ego. A patto che arrivi pure qualcun altro che gli dia una mano dalla sinistra, mentre a destra c'è il sold out, con Dybala e Soulé, più Baldanzi. E manca ancora Pellegrini, che quando sarà al meglio gli giostrerà al fianco. Ma un attaccante di sinistra, manca, ad oggi. E Ferguson non può essere l'unico là davanti. E arrivato sotto silenzio, tra la diffidenza di tanti, quasi come per un favore che la Roma ha fatto al Brighton, che ha creduto tanto su di lui e non vuole svalutarlo. E invece è bastato poco per convincere l'allenatore, per fargli capire in fretta che lì davanti riesca a starci bene e che possa diventare un titolare a tutti gli effetti. La presenza di Evan può fare bene anche a Dovbyk, che lo scorso anno ha sentito troppo il peso delle responsabilità, giocando come unico attaccante e non sempre al meglio della condizione fisica. Evan è tornato a promettere bene e vuole dimostrare che, quanto si diceva di lui, non erano esagerazioni. Ma i paragoni con Higuain, Batistuta, Vieri, al momento, lasciamoli perdere.
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