rassegna stampa

Eusebio e Monchi, una crisi per due

LaPresse

Il momento difficile della Roma porta al confronto urgente tra Di Francesco e il ds: un percorso per capire perché la squadra sia evaporata in poco tempo

Redazione

Il confronto è adesso, cioè urgente. Dentro Trigoria. Sul presente e sul futuro. Volendo anche sul passato. La crisi da qualche settimana, oltre il cancello del Bernardini, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. E va presa subito di petto per non perseverare nelle gaffe.

È già successo, nel recente passato. Di Francesco e Monchi recitarono da protagonisti, all'inizio del 2018 e nel momento più critico della scorsa stagione, indirizzando la prua verso la semifinale di Champions. Tocca ancora a loro, come 9 mesi fa. Perché i giocatori, a parte alcuni, non sono più gli stessi. E la piazza chiede che si facciano sentire l'allenatore, accusato dalla gente perchè non parla chiaro a cielo aperto, e il ds, criticato ferocemente sui social nel giorno del suo 5O° compleanno: il gruppo è da svegliare.

Il rischio del tutti contro tutti esiste, visto che lievita il malcontento dei singoli. Di chi gioca, senza nemmeno rendersi conto come. E di chi sta a guardare, senza chiedersi perché. La proprietà, attraverso il management che lavora nella Capitale, si deve far sentire. Magari alzando i toni. Per la sterzata.

La Roma di oggi non è più squadra. Facile da dire, non da spiegare.  I giocatori è come se non combattessero più. Il pressing è il ricordo della bella stagione che fu (l'ultima), in Champions e in campionato. Così come non c'è più l'aggressione in blocco per complicare la vita agli avversari. Aumenta la paura, di partita in partita, consegnandosi ai rivali.

Non è una questione tattica. Il sistema di gioco sarà, sempre e il più possibile, il 4-3-3. Di Francesco sceglierà i più adatti e i più disponibili. Chi sta meglio. Zaniolo è stata la provocazione del tecnico nei confronti del gruppo. Meglio il debuttante di chi pretende senza dare. Di chi storce la bocca e magari mette pure il muso. Magari il messaggio è diretto pure alla società, sollecitando l'intervento nello spogliatoio e magari più avanti sul mercato. L'allenatore, al ritorno da Madrid, ha riunito la squadra. E' stato diretto, come al solito, ripetendo i concetti che ha già messo in piazza dopo il ko di Madrid. Chiede più carattere. E applicazione. Non solo in partita. C'è chi tira il freno in allenamento. E chi si distrae nell'addestramento. I dati degli ultimi match escludono pure che sia una questione fisica. Ma la Roma che corre più del Real (quasi 5 chilometri di vantaggio) è l'aspetto che preoccupa. Pedalare a vuoto non porta al traguardo. E nemmeno al gol.