Spalletti è contento della doppietta di Dzeko, anche se ha continuato a pungolarlo: se avesse segnato ancora, la Roma non avrebbe sofferto in quel modo. Fa bene il tecnico a stimolarlo, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, e fa bene a Dzeko essere pizzicato ogni volta.
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Edin avverte: «Se giochiamo così con la Lazio non si vince»
Il bomber dice: "Abbiamo perso troppe palle, non abbiamo giocato bene. Così non va. E non so cosa sia successo, non dobbiamo avere paura"
Con l’ultima doppietta, la quinta tra campionato e coppa (più una tripletta con il Plzen), Edin ha superato Batistuta, che nella stagione 2000-2001, nelle stesso numero di partite, 20, aveva segnato “appena” 15 reti. Il bosniaco è arrivato a 17 (12 in campionato, capocannoniere davanti a Belotti e Icardi), numero che non porta proprio fortuna ma questo passa il convento.
Oggi Dzeko è un’altra persona, praticamente il fratello del vecchio Dzeko, quello che ormai sembrava un bidone da rispedire in giro per l’Europa. Se il 17 non porta fortuna, lui di sicuro sì: quando fa gol Dzeko la Roma vince.
Sarà buono e segna come un killer, ma quando c’è da randellare verbalmente non si tira indietro. Come quando ammette che «giocando così, il derby non si vince». Chiaro e preciso, come quando gonfia la porta. «Abbiamo perso troppe palle, non abbiamo giocato bene. Così non va. E non so cosa sia successo, non dobbiamo avere paura. Gli ultimi venti minuti, dopo il secondo gol loro, è stata dura ma almeno abbiamo preso tre punti». Consolazione non da poco, ma ha ragione: domenica sarà un’altra storia e ci vuole lo stesso Dzeko e un’altra Roma.
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