Non ha mai chiarito se faccia il tifo per la Roma o per la Lazio, essendo romano e cresciuto prima nel settore giovanile biancoceleste e poi in quello giallorosso. Ciò che conta è che a Trigoria, sette anni fa, era l'estate del 2017, sono state aperte le porte, Davide Frattesi è scappato e non è più tornato. La Roma lo ha sacrificato per mettere sotto contratto Defrel. Che la Roma fosse pentita - scrive Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero' - è cronaca e negli ultimi anni, prima che dell'Inter, Davide è tornato nel mirino dei giallorossi. Pinto ha ammesso candidamente di aver provato a riprenderlo. Frattesi era l'uomo ideale per Mourinho, poi per De Rossi e lo sarebbe anche nella Roma di oggi guidata da Juric.
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Ecco Frattesi, un rimpianto lungo 7 anni
Simone Inzaghi lo considera e lo utilizza come dodicesimo, in quel centrocampo Davide non ha un posto fisso e questo è un peccato, specie se calcoliamo quanto servirebbe qui. Lui non vedeva l'ora di tornare, era/è molto attaccato a Bruno Conti che, nonostante nel tempo abbiano depotenziato, resta una incredibile calamita per i calciatori che si affacciano al grande calcio. Alla fine il suo spazio se lo riesce sempre a ritagliare. Lo scorso anno è subentrato 26 volte segnando comunque sette reti. Davide per adesso si accontenta, sta vincendo, gioca la Champions, è in una squadra che, a detta di tutti, è una corazzata. In Nazionale invece Spalletti non lo molla un secondo, dell'Italia post Mancini lui è il più presente e quello che ha segnato di più. Davide è cresciuto con il mito di De Rossi, indossa la sua maglia e il papà di Daniele, Alberto, lo ha aiutato a imporsi e a diventare quello che ora è. Stasera in qualche modo lo vedremo in campo e lui volerà come sempre. E in tribuna, i rimpianti non si placheranno.
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