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rassegna stampa

È una Roma forte solo con le deboli

LaPresse

Quando l'asticella si alza i giallorossi non vincono

Redazione

L'autogol da non sommare alle 4 reti subite al San Paolo, è quello di etichettare il ko contro il Napoli come "una semplice serata storta", scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

Se non deve diventare quindi un dramma perdere una partita in campionato dopo 16 risultati utili (sul campo), il match di domenica regala indicazioni preziose per chi vorrà coglierle. Soprattutto in ottica mercato che a gennaio deve diventare il trampolino per completare la rosa in vista del reale obiettivo stagionale: il ritorno in Champions.

Sinora, infatti, la qualità di Mkhitaryan, Pedro e Dzeko è stata utile sia per vincere le gare contro Udinese, Benevento, Fiorentina e Genoa (squadre che in classifica occupano dalla tredicesima posizione in giù) che per nascondere alcuni nei ben presto dimenticati sulla scia dei risultati positivi.

In primis: quando l'asticella si alza, la Roma non vince. A Verona, con i gialloblù decimati dalle assenze, con la Juventus (facendosi recuperare in vantaggio di un gol e di un uomo), con il Milan e appunto contro il Napoli. Ulteriore dato su cui riflettere: contro le tre big (Juve, Milan e Napoli) i giallorossi hanno subito 9 reti, palesando nei match contro i rossoneri e contro la squadra di Gattuso delle difficoltà a produrre gioco.

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Attualmente Fonseca viaggia più o meno in linea con la passata stagione: 1 punto in più che diventerebbero 2 senza il pasticcio di Verona. Nonostante questo, la sensazione è che la Roma non abbia approfittato del tutto di questo campionato anomalo e soprattutto delle energie che toglie la Champions alle squadre che vi partecipano (avversarie per le prime 4 posizioni).

Mentre Fienga ieri ha incontrato il procuratore della Figc Chiné, chiedendo delucidazioni sulle norme anti-Covid, il ko di Napoli ha evidenziato quello che i due successi con il Cluj e il Parma avevano in parte mitigato. Ossia che le seconde linee (e in parte alcuni titolari) fanno fatica. Possono fare bella figura in gare dal quoziente di difficoltà medio-basso ma nelle partite che contano ancora non sono pronte. Il primo a pensarlo è Fonseca. Altrimenti difficilmente avrebbe impiegato Dzeko e Pellegrini, entrambi reduci dal Covid e in palese difficoltà fisica, o rischiato il recupero di Mancini, ora nuovamente out e da valutare insieme a Veretout (esami oggi). Emergenza che ingloba Smalling (infiammazione al ginocchio).