La Roma è viva, più che mai. Claudio Ranieri è il solito genio, che ama fingersi normalizzatore. Ma lui ne sa una più del Diavolo - scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero - che pochi giorni fa ha schiantato l'Inter nella semifinale di Coppa Italia. Claudio studia, analizza, scova difetti e lavora su quelli, copia; poi sa come caricare i suoi giocatori; recuperare e motivare i più timidi, accantonando quelli che stanno poco bene e che non gli regalano più ciò che chiede. Risultato: la Roma compie un'altra impresa, arriva la vittoria contro l'Inter, a San Siro, soffrendo sì, ma fino a un certo punto. Ci pensa l'imprendibile Soulé, stavolta con un gol normale, cogliendo un rimpallo e sbattendo dentro la palla, dopo aver fatto pure l'uomo di fatica a tutta fascia. È bastata quella rete, poi si è vista qualche inevitabile diga davanti a Svilar che, diciamolo subito, fa so lo una paratina su colpo di testa di Dumfries in novanta minuti (più recupero). Ranieri per l'occasione ha pensato a una Roma diversa, con i due attaccanti là davanti, Shomurodov e Dovbyk insieme, e due mezzi alle loro spalle Soulé e Pellegrini: l'uzbeko ad occuparsi di Çalhanoglu, l'ucraino a cercare fortuna davanti a Sommer, compito che non gli riesce sfiancato anche dall'ottimo Acerbi, uno dei pochi in palla dell'Inter. Che si è persa per strada qualche obiettivo: la Coppa Italia è andata, lo scudetto è in bilico, resta la Champions che va conquistata.
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Il Messaggero
È una Roma da Campioni
Giallorossi da urlo ribaltano il campionato a Milano. Soulé rilancia la corsa Champions
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