rassegna stampa

Dzeko, il centravanti rifinitore non ha bisogno del trequartista

Edin è nervoso e lui si arrabbia quando la squadra gioca male e quando lui è fuori dal contesto

Redazione

Sbuffa, sbraita, alza la voce, gesticola, poi la Roma perde, gioca pure male e dici: Dzeko è nervoso. E ti credo, ma ben venga, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Il problema è capire: perché si innervosisce?  Edin si arrabbia - come è successo lo scorso anno dopo la prima sfida con l'Atletico Madrid - quando la squadra gioca male e quando lui è fuori dal contesto, quando non è al centro del mondo.

Esempio: quando Totti faceva il centravanti, la Roma aveva bisogno di un rifinitore? No, perché il capitano era bomber e trequartista, attaccava l'area e tornava per rifinire, ora per gli esterni, ora per il trequartista, che era Perrotta, uomo di prosa e non di poesia. Dzeko, lo abbiamo detto tante volte, è un attaccante di quel genere: ama occupare l'area, ma gli piace anche sfruttare - partendo da dietro - le sue qualità tecniche. Non a caso, oltre ai 74 gol romanisti, ha realizzato anche 29 assist. Roba da trequartista, insomma.

Per ora non si è ancora abituato a giocare con Pastore dietro a lui. Poi, con Schick in una posizione molto accentrata, Edin finisce con il fare solo il rifinitore oppure a fare a gomitate con gli avversari, ma sempre e solo fuori dall'area.

Come si risolve la questione? Dare a Dzeko ciò di cui Dzeko ha bisogno, aspettare che si abitui oppure prendere altre strade: Pastore finto centravanti, Schick al posto del bosniaco, ogni soluzione diversa può essere giusta e migliore.