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Nuova Roma, vecchio Paulo. Anzi, no. Vecchio per classe, giocate, modo di accarezzare il pallone che non cambierà nemmeno quando tra una trentina d'anni scambierà due tocchi nel giardino di casa con i nipotini. A tal proposito, per chi non lo avesse visto, recuperasse sui social o youtube il secondo gol segnato dall'argentino sabato. Ok, era soltanto un'amichevole contro il Trasteve-re, squadra che milita in serie D, ma la parabola liftata uscita dal piede sinistro sulla seconda rete (dopo che la prima l'aveva segnata di destro) ha lasciato senza parole. Poesia pura. E pensare che nei piani originari, il debutto dopo l'infortunio riportato a marzo - lesione del tendine semi-tendinoso sinistro - sarebbe dovuto arrivare soltanto oggi, nel test contro il Pomezia, prima della partenza per Kaiserlautern. Come scrive Stefano Carina su 'Il Messaggero', è' stato Dybala a chiedere di giocare 45 minuti e Gasperini lo ha accontentato. Un test che è servito per capire come ci siano ancora delle aderenze sulla cicatrice che a poco a poco andranno via. Vecchio nelle magie, quindi, ma nuovo nella testa. Perché alla soglia dei 32 anni (che festeggerà a metà novembre) qualcosa scatta nella vita di un campione. Iniziano ad esserci delle priorità, si comincia a essere meno bulimici sul minutaggio, si comprende che la qualità delle prestazioni viene prima della quantità dei minuti giocati. Soprattutto se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi che per Paulo a breve termine sono: vincere il primo trofeo con la Roma e partecipare ai Mondiali.
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