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Dopo l’agguato, i Fedayn pronti alla resa dei conti: “Riprendiamo lo striscione”

Dopo l’agguato, i Fedayn pronti alla resa dei conti: “Riprendiamo lo striscione” - immagine 1
Il furto degli striscioni del gruppo è uno dei colpi più duri da incassare. Alle volte risulta fatale. Proprio come potrebbe accadere al gruppo del Quadraro che adesso rischia lo scioglimento

Redazione

L'attacco al cuore della curva sud della Roma avvenuto sabato sera ad opera degli ultras della Stella

Rossa di Belgrado rischia ora di innescare una escalation di violenze senza confini, scrive Emiliano Bernardini su Il Messaggero. Non solo ma anche di sconquassare la geografia della curva Sud già da tempo complicata. Da giorni le chat delle tifoserie ribollono di odio. I Fedayn, storico gruppo giallorosso fondato nel 1972, cercano solo vendetta. L'episodio è gravissimo. Il furto degli striscioni del gruppo è uno dei colpi più duri da incassare. Alle volte risulta fatale. Proprio come potrebbe accadere al gruppo del Quadraro che adesso rischia lo scioglimento. Per tutta la serata di ieri si sono rincorse voci in tal senso che però non hanno trovato conferme. L'imboscata subita immediatamente dopo la partita contro l'Empoli sabato sera ha portato a conseguenze gravissime: scippato sia lo striscione con il nome del gruppo sia quello con la scritta "Brigata Roberto Rulli" che campeggia ogni domenica sotto il tabellone dell'Olimpico. Le foto con il bottino di guerra (a dire il vero ad essere esposte sono state due "pezze" sempre del gruppo) hanno fatto già il giro dei social. Il timore più grande è che i due principali possano essere esposti capovolti alla prossima partita della Stella Rossa.

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O peggio al Diego Maradona di Napoli. E già perché da più parti sarebbe stato confermato il coinvolgimento degli ultras Azzurri. A fare da link in Italia con il gruppo di estrema destra dei Delije, il più violento e organizzato in Europa, per rendere l'idea a guidarli tra gli anni 80 e '90 c'era Zelio Raznatovic: la Tigre Arkan, sarebbe stato il gruppo Bergamo partenopeo. Non a caso, infatti, i serbi erano al seguito della squadra di basket che pochi giorni prima aveva giocato a Milano in Eurolega. Insomma se gli striscioni dovessero essere esposti l'onta sarebbe difficile, se non impossibile, da lavare via. Intanto ieri su uno dei muri di Napoli è comparsa la scritta: "Morto un Papa se ne fa un altro. Ma quanno more er prete? Ultima sigla Fedayn". Chiaro il riferimento all'inno del gruppo del Quadraro giallorosso e al fatto che per i Fedayn del Napoli quelli della Roma siano "morti"