rassegna stampa

Difende e imposta: Fazio double face

A Londra tornerà titolare per sostituire Manolas e sostenere De Rossi in regia. È sempre più insostituibile, adesso vuole sfatare il tabù Stamford Bridge

Redazione

Salvate il soldato Fazio. O meglio, il comandante. Cioè, la guida, come evidenzia Alessandro Angeloni su Il Messaggero. LSenza nulla togliere a Jesus, che ha altre caratteristiche, Federico si sposa meglio con Manolas: perché Kostas è veloce e va sull'uomo, lui gestisce la palla e occupa bene gli spazi. Di Francesco su di lui ha fatto un ottimo lavoro, rendendolo abile anche con i movimenti di un quartetto e non un terzetto. Fazio predilige giocare a tre, perché per come è fisicamente e per come sviluppa il suo calcio, gioca senza troppi vincoli di marcatura, ma a quattro sta funzionando comunque bene.

E soprattutto in questa squadra c'è bisogno assoluto di uno come lui, perché il regista, ovvero De Rossi, non è un regista del 4-3-3 difranceschiano e spesso abbassa il baricentro, mentre lui riesce, portando palla, ad alzarlo. Diciamo che De Rossi stesso funziona meglio se alle spalle ha uno come l'argentino.

Per lui giocare con il Chelsea è un derby, visto che ha vestito la maglia del Tottenham. Il bilancio contro i blues: prima partita, 3 dicembre 2014, contro i blues di Mourinho, sconfitta tre a zero, reti di Hazard, Drogba e Remy. Seconda, ma al White Hart Lane: vittoria pirotecnica, 5-3 della sua squadra allenata da Pochettino, a segno Kane due volte, Rose, Townsend e Chadli, per il Chelsea Diego Costa, Hazard e Terry. La terza finisce zero a zero il 29 novembre 2015 sul campo del Tottenham. L'ultima, nella coppa di Lega, 1 marzo 2015, 2-0 con gol di Terry e Walker, ma qui Fazio era in panchina: la coppia con Vertonghen si era rotta, al suo posto giocava Dier.

All'inizio della sua esperienza nella Roma un po' di diffidenza, anche da parte di Spalletti, che lo aveva definito «un buon cambio», per poi regalargli la maglia da titolare. L'inversione a U, Fazio, l'ha meritata sul campo, al di là di quello che si poteva pensare su di lui e dei dubbi legittimi su un calciatore che non giocava con continuità da qualche mese. Ma ora il comandante è tornato a comandare.