Il Messaggero

Di padre in figlio: un altro Schmeichel per sognare ancora

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Il padre fu superiore, ma Kasper è un signor portiere

Redazione

Trent’anni anni dopo, ancora un rappresentante della famiglia Schmeichel, gloriosa dinastia di portieri, lungo la strada della Roma, scrive Stefano Boldrini su Il Messaggero. Nel 1991, nelle semifinali di Coppa Uefa, i giallorossi di Ottavio Bianchi scoprirono la bravura del numero uno del Broendby, squadra danese approdata al penultimo atto della coppa europea grazie, soprattutto, alla bravura di Peter Schmeichel, classe 1963. Il figlio, Kasper, 35 anni, è danese quasi per caso ed è un’icona del Leicester, dove in queste ore sta montando l’attesa per il match di giovedì: il ritorno di Evans in difesa e il dubbio-modulo tra 4-1-4-1 e 3-4-1-2 le ultime notizie. Kasper ha trascorso la maggior parte della sua esistenza in Inghilterra: dal 2002 ad oggi. Rendimento altissimo, errori zero, il vezzo di rilanciare il pallone colpendo con i tacchetti il ​​palo prima della rincorsa. Sul piano stilistico Kasper si butta nelle mischie senza paura. Quattro volte calciatore danese dell’anno, è stato 83 volte nazionale. Il padre, abile uomo d’affari e personaggio televisivo, fu superiore, ma Kasper è un signor portiere. Il nonno, Antoni, polacco, fu jazzista. Tanto per ribadire che c’è sempre una vena di talento in chi gioca tra i pali.