Questa volta è andato oltre. Otto (otto!) cambi rispetto alla partita con il Crotone. Questo vuol dire che Eusebio Di Francesco, come scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero, tra l'impegno di mercoledì e quello di ieri sera, ha cambiato quattordici giocatori, addirittura venti considerando anche il Torino post Londra (6 + 6 + 8). Tanti? Troppi? La risposta vera la dà (sempre) soltanto il risultato finale, positivo contro il Chelsea e anche contro la squadra calabrese.
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Di Francesco zittisce anche i sostenitori del No Turn
Le continue maxi rotazioni fanno discutere ma l'allenatore finora ha sempre avuto ragione
I No Turn, ad esempio, sostengono che modificando sempre la formazione non si dà la possibilità ad una squadra di avere un filo tecnico-tattico logico e costante.
I Sì Turn, invece, non hanno dubbi: cambiando in continuazione, tutti gli uomini della rosa si sentono coinvolti e, giocando ad intervalli regolari, non corrono mai il rischio di cedere alla stanchezza.
Opinioni, verità di parte, chiacchiere. Pur cambiando otto uomini, Di Francesco è riuscito a portare a casa altri tre punti, infilando la terza vittoria di fila per uno a zero. Questo, quindi, vuol dire che cambiare si può, e che non fa male. S'era detto (e scritto) che il tecnico della Roma era un integralista, uno che non cambiava mai uomini e sistema di gioco, ma la realtà delle prime dieci partite di campionato della Roma sta dimostrando tutta un'altra cosa.
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