A Ferrara Di Francesco se la rischia di brutto: dentro le seconde linee, dentro anche l’esordiente Silva, martedì c’è il Liverpool, prima non si “poteva” e ora non si “deve” dimenticare, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
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Di Francesco: “Pronti per Anfield con tanta personalità”
Il tecnico elogia la Roma: "Una prova completa: non esiste il turnover ma soltanto la squadra. Sono certo che la finale di Kiev passerà da Liverpool"
Il rischio si chiama sempre turnover (vedi Bologna, vedi la sfida con la Fiorentina), che è necessario ma non una garanzia di qualità. "Il turnover non esiste, esiste la squadra. - dice Di Francesco - Alternare i giocatori e far sentire tutto il gruppo importante è il mio modo di lavorare. Solo così cambiamo la mentalità. Tutti devono sentirsi protagonisti".
E a Ferrara è andata così: protagonisti e vincenti, la Champions di campionato non va buttata. "Sul piano della concretezza c’è ancora da lavorare, ma a me la Roma è piaciuta per come ha ringhiato dall’inizio. Non abbiamo subìto e abbiamo creato molto. E questo è il cambio di mentalità che bisogna ottenere. Siamo stati bravi a preparare la partita di Ferrara, isolarsi con intelligenza ci ha permesso di fare la prestazione positiva, al di là della vittoria netta".
Adesso c’è davvero da girare pagina e guardare al sogno. C’è Anfield, la Roma è pronta? "Deve esserlo e la partita con la Spal mi fa pensare che lo sia. Non era facile venire qui e segnare tre gol contro una squadra che ha una sua precisa identità. Abbiamo messo la partita nel modo giusto, con aggressività e dedizione. Sono soddisfattissimo".
Per il Liverpool le idee sono chiare: a questo punto il dubbio in attacco è tra Schick e Under. I tifosi cantano “Dzeko, portaci in finale”, Eusebio ci crede? "Molto passa dalla gara di andata, che si gioca fuori e per noi può essere un vantaggio ma sappiamo che sarà difficilissima da preparare a livello tattico. Noi dobbiamo fare una grande partita difensiva che non vuol dire stare bassi ma lavorare bene di squadra".
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