La Roma vista domenica sera contro il Milan, scrive Ugo Trani su Il Messaggero, non può certo competere contro il Napoli. Nel gioco e nella corsa. Non basteranno Florenzi, De Rossi e Dzeko.
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Di Francesco, le mosse per la rinascita
Il tecnico ha l'obiettivo di ritrovare il collettivo, cioè la collaborazione tra gli interpreti e il collegamento tra i reparti per comportarsi da squadra
L’obiettivo di Di Francesco è ritrovare il collettivo, cioè la collaborazione tra gli interpreti e il collegamento tra i reparti per comportarsi da squadra. Anche perché Sarri, da 3 stagioni alla guida dei partenopei, si presenta con il coro più intonato della serie A. Con 10 successi di fila, miglior difesa e 3° attacco.
E lo spirito conterà anche più del sistema di gioco. Da scartare (o quasi) il 4-2-3-1 che, nella gara d’andata, risultò vulnerabile e al tempo stesso passivo. Di Francesco, dopo la partita d’andata, criticò la timidezza della Roma nel primo tempo. Proprio come è accaduto nella ripresa contro lo Shakhtar. Così, senza perdere l’equilibrio, chiederà ai suoi giocatori di usare il pressing nel modo corretto e non anarchico. Il lavoro mirato sarà su Jorginho che traccia il percorso e sceglie il ritmo. La palla passa sempre dal play. Dzeko, Nainggolan (ieri si è allenato a parte dopo l’intervento di martedì per sistemare l’incisivo saltato nello scontro con Kessie) e Strootman si alterneranno su Jorginho. Under a destra e Perotti a sinistra, in ballottaggio rispettivamente con Defrel ed El Shaarawy, si occuperanno di Hysaj e Mario Rui, attaccandoli o, in alcune fasi, aspettandoli.
Sarri non ha mai battuto la Roma al San Paolo. I giallorossi, per (re)stare in partita, dovranno tenere alta l’attenzione. Più del baricentro. Come sa bene Di Francesco che, nella stagione scorsa con il Sassuolo, bloccò il collega sia all’andata (1-1 al San Paolo) che al ritorno (2-2 al Mapei).
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