La prestazione contro il Qarabag, ad eccezione della prima mezzora abbondante, non è stata tra le più affascinanti della storia giallorossa, ma - essendo arrivati i tre punti - l'obiettivo di partenza è stato centrato, come sottolinea Mimmo Ferretti su Il Messaggero. E questo non può essere dimenticato.
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Di Francesco adesso sa meglio su chi (non) può contare
La Roma ha dimenticato la personalità negli spogliatoi, e nel secondo tempo ha infilato una serie infinita di errori tecnici rischiando di non portare a casa la vittoria
Volendo vedere ancora il bicchiere mezzo pieno, si può aggiungere che quando si vince senza entusiasmare sul piano del gioco quasi sempre è un buon segnale. La Roma anche a Baku è partita da squadra vera, dominando la situazione con personalità e andando due volte in gol. Uno firmato dal solito Dzeko (il 100° della Roma in Champions), la cui prolificità finirà per mandare al manicomio i suoi incalliti detrattori.
Tutto a posto, quindi? Macché. Un approccio sbagliato, in realtà, c'è stato ma al secondo tempo, cominciato con i padroni di casa lontani solo una rete per il regalone di Gonalons. Così la Roma, che in avvio di gara era stata quasi impeccabile, ha faticato a ritrovare se stessa, ha balbettato gioco.
In sintesi, la Roma ha giocato due partite nella stessa partita. Una da squadra, l'altra da un gruppo di calciatori ancora alla ricerca di un filo logico di gioco. Di Francesco avrà capito che alcuni elementi, la cosa è stata palese, sono ancora in ritardo, o di condizione o di apprendimento delle geometrie della squadra.
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