Nel giorno in cui il presidente Malagò, in Giunta Coni, dà forza alla candidatura della capitale per le Olimpiadi del 2024, la città offre il peggio di sé con la chiusura parziale delle due curve dell’Olimpico, dopo gli incidenti di domenica pomeriggio, e con la litigata puerile tra i dirigenti della Roma e della Lazio che non è funzionale all’immagine di per sé già sbiadita del nostro calcio. E’ guerra aperta tra le due società. Il diverbio tocca più aspetti: morali, economici e comportamentali. Scendono in campo i presidenti Pallotta e Lotito che provano a dare spettacolo come i loro giocatori nel derby. La disputa, però, è come se si giocasse al bar e non è che i due club facciano una gran bella figura. È doveroso ricordare che è stato il numero uno biancoceleste, già protagonista in passato di attacchi frontali alla proprietà Usa, a cominciare: «Fuori luogo il selfie di Totti: Mauri, il mio capitano, non lo avrebbe mai fatto; la Roma non vincerà lo scudetto, mi gioco la presidenza della Lazio che il titolo sarà ancora della Juve». Ieri la resa dei conti. Con l’isteria da cortile che non è certo lo spot ideale per i Giochi.
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Il derby finisce in rissa
La disputa è come se si giocasse al bar e non è che i due club facciano una gran bella figura soprattutto nel giorno in cui viene decisa la chiusura parziale delle due curve dell’Olimpico, dopo gli incidenti di domenica pomeriggio.
SOFT IL VIA - Lunedì sera il tweet di Pallotta è stato lieve e per certi versi elegante: «È un peccato come Lotito commenti Totti. È stato un gran momento ma avrei quasi preferito un suo selfie con la sua faccia sul gol». Sfottò semplice e diretto. Sicuramente non offensivo. Dopo qualche ora, però, i toni della Roma sono cambiati.
DG AL VELENO - Il direttore generale giallorosso Baldissoni, lasciando il palazzo H del Coni, ferisce Lotito, tirando fuori Calciopoli e gli scandali precedenti che hanno coinvolto la società biancoceleste: «Noi non ce ne intendiamo di scommesse. E’ alla Lazio che sono esperti». Se la prima frase è di una ferocia inaudita, la seconda va a colpire la posizione di Lotito che è poco amato dalla sua gente: «Se ci gioca la presidenza c’è il rischio che i tifosi della Lazio tiferanno per noi. Mi è piaciuto il tweet di Pallotta».
CONTI E GESTI - Lotito, sempre dal Coni, è acido: «Baldissoni si preoccupi dei conti della Roma. Non voglio fare polemiche, ma vorrei dirgli di non perdere tempo dietro a queste cose e di dedicarsi invece a tenere in ordine i conti della propria società. Se vuole può venire a Formello così gli facciamo vedere le scommesse vinte ai fini del risanamento e dell'efficienza della Lazio». Lotito se l’è presa di nuovo con Totti, provando a indirizzare la giustizia sportiva: «Immaginate adesso che cosa può capitare dalla prossima giornata se ognuno fa la stessa cosa. Il telefonino innanzitutto non può essere detenuto all'interno del recinto del campo: quindi è motivo di sanzione. Ma adesso, se ricapiterà, cosa accadrà? Sarà sanzionato come comportamento oppure no? Se verrà sanzionato vorrà dire che ci sarà una disparità di trattamento. Quello che io chiedo alle persone che hanno un alto tasso mediatico è di avere il senso della responsabilità dei propri comportamenti nei momenti opportuni. E avrei detto le stesse cose a un calciatore della Lazio, ma un mio giocatore non lo avrebbe mai fatto perché è educato e ha rispetto dei valori». Gesto che Malagò ha invece definito «innocente e divertente».
LEZIONE BOSTONIANA - Siamo ormai agli insulti. La nota di Pallotta è durissima: «Lotito continua a rilasciare dichiarazioni sciocche e che denotano ignoranza intorno agli aspetti economici del nostro club. La prossima volta che verrò a Roma sarà mia cura cercare di renderlo edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe. Se non dovesse capirlo neanche questa volta, allora rinuncerò».
CARTE SCOPERTE A GIUGNO - Il comunicato di Lotito è in cifre: «A parte le poco rispettose espressioni usate nei confronti di un collega, il presidente Pallotta dovrebbe rileggersi il bilancio della società da lui presieduta, approvato pochi mesi fa, e ricordarsi quindi che solo nell’arco dell’anno 2014 ha perso oltre 38 milioni di euro presentando inoltre un patrimonio netto negativo consolidato di oltre 81 milioni di euro. Gli auguriamo pertanto che a partire dal 1 luglio 2015 sia in grado di rispettare le norme del fair play italiano, norme che la Lazio rispetta da oltre 10 anni».
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