rassegna stampa

De Rossi si risente un uomo centrale

Daniele torna protagonista con Conte in Nazionale dopo un anno di sofferenza con la Roma

Redazione

Daniele De Rossi è lì, nuovamente centrale. In azzurro come in giallorosso. Si riprende la posizione in campo e anche il ruolo nel gruppo azzurro. Regista e riferimento. Comunque leader.

Tutto, in poche settimane, ritorna come era prima, al tramonto dell'ennesima stagione in altalena.

Per la Roma e per lui. Adesso si può dire: è finita bene. Il derby vinto per il secondo posto confermato, la Nazionale ritrovata. Meglio di così non poteva proprio andare.

COINVOLTO E RIGENERATO -  Conte, già durante lo stage di inizio giugno, in assenza del blocco Juve, gli ha consegnato l'Italia. Lui in mezzo ai due marcatori della difesa, chiamato nella zona per impostare. Come faceva, e bisogna dirlo sottovoce proprio ai bianconeri appena tornati da Berlino, con Luis Enrique, ora tecnico del Barça. Ogni azione passa da Daniele. Ieri con l’asturiano e oggi con il ct. Si abbassa per prendere il pallone, per verticalizzare in avanti, per allargare sui lati e per ricevere indietro e ricominciare. Lui c'è e i compagni lo sanno. Difensore aggiunto, libero e play. Ormai fuori dalle angosce giallorosse, sta meglio. In tempo per essere protagonista al calar del sipario su quest'annata.

IDI DI MARZO -  De Rossi, venerdì a Spalato contro la Croazia, torna titolare in Nazionale. Persa, per la prima volta per scelta tecnica, nelle ultime due gare, contro la Bulgaria a Sofia il 28 marzo (qualificazioni europee) e contro l'Inghilterra a Torino il 31 (amichevole). Sarà, insomma, il suo debutto azzurro nel 2015. Conte, due mesi e mezzo fa, non ha potuto chiamarlo. La Roma era crollata due volte in quattro giorni all'Olimpico, il 16 e il 19 marzo. Contro la Sampdoria (0-2) in campionato e contro la Fiorentina nei quarti d'Europa League (0-3). La sera dell'addio alla coppa e della contestazione della sud, il ct era in tribuna a seguirlo. E, vedendolo in difficoltà psicologicamente e fisicamente, decise di escluderlo. Daniele, a Cesena il 22 marzo, segnò il suo ultimo gol stagionale (il 3°: 2 in campionato e 1 in Coppa Italia) con la maglia giallorossa. Per il successo della Roma, nella sera in cui gli azzurri e l'amico Florenzi si radunavano a Coverciano.

STRASCICHI DA CHAMPIONS -  Conte, però, non lo ha mai bocciato. E ripartirà da lui, anche perché la Nazionale sarà per forza di cose diversa dal solito. Le scorie della finale di Berlino incideranno nelle scelte del ct. De Rossi può togliere il posto all'amico Pirlo che è tornato sfiancato dalla Germania. Come ha chiarito ieri Bonucci, la presenza del romanista è la conferma del cambiamento: «Daniele garantisce protezione alla difesa». Che sarà con la linea a quattro per l'assenza di Barzagli e Chiellini: 2 juventini, appunto. Buffon ha una sofferenza al gomito sinistro e per ora lavora a parte, evitando partitelle e quindi scontri di gioco: Sirigu è pronto, ma il capitano vuole esserci. Non sta bene nemmeno Marchisio che, sia con Conte che con Allegri, prima o poi diventerà regista. Verratti rischia di tornare a casa per il polpaccio che lo sta costringendo al riposo forzato. De Rossi, dunque, fondamentale.Per il centrocampo e il gioco. E non è solo questione d'esperienza se tutto ruoterà attorno a lui, abituato a ricevere compiti simili da Garcia. Conta anche il carisma e la personalità di chi, proprio nella gara d'andata contro la Croazia a Milano il 16 novembre, ha festeggiato la centesima gara in Nazionale, salendo al 6° posto nella graduatoria delle presenze (e con 16 reti è il primo marcatore del gruppo e il centrocampista più prolifico della storia azzurra). Vicino si ritroverà gente che conosce bene: Candreva, Parolo, Bertolacci (o Soriano) e Astori (Ranocchia). Il 4-3-3, lo stesso sistema di gioco della Roma, è sempre riconducibile, almeno con Conte in panchina, al 3-5-2. Si accentra Darmian, si alza Pasqual a sinistra e si abbassa Candreva a destra. In attacco resterebbero le 2 punte: El Shaarawi (Immobile) e Pellè, quest'ultimo titolare per il forfait di Zaza (ieri è stato chiamato Bonaventura per il probabile stiramento di Verratti).