Due le parole d'ordine: attesa e pazienza, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Daniele De Rossi è fermo dal 28 ottobre, quando fu costretto alla fine del primo tempo nel match contro il Napoli a chiedere la sostituzione. Un tunnel dal quale fatica ad uscire. Ieri, dopo aver svolto l'ennesima seduta in palestra a Trigoria, s'è recato a Villa Stuart per un consulto (dove ha svolto una risonanza magnetica) programmato da tempo.
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De Rossi, manca ancora la luce in fondo al tunnel dell’infortunio
Il capitano è fermo dal 28 ottobre, quando fu costretto alla fine del primo tempo nel match contro il Napoli a chiedere la sostituzione
Il capitano giallorosso, pur di rientrare, le sta provando tutte. Ha rinunciato alle vacanze alle Maldive con la famiglia per curarsi e continuare a seguire il programma stilato dallo staff medico. A inizio dicembre, s'è sottoposto anche ai fattori della crescita, pur di uscire da quello che ormai s'è trasformato in un calvario. Ci vuole però tempo. Perché ad oggi, va avanti a sensazioni. Un giorno sta meglio, un altro peggio con la costante che appena prova a forzare la corsa, avverte ancora dolore.
A fine ottobre, nel ventaglio delle possibilità volte a risolvere il problema, gli era stato proposto l'intervento chirurgico. Il calciatore, però, ha preferito rimandare perché operarsi gli avrebbe fatto perdere l'intera stagione.
Come se ne esce? L'unica medicina, bypassando per ora l'intervento, è la pazienza. Per capire la (sospirata) inversione di rotta, non servirà molto. Basterà assistere agli allenamenti della Roma. Quando De Rossi riuscirà a correre seriamente (e non in modo blando) per 5-6 giorni consecutivi senza avvertire dolore, i discorsi cambieranno.
Di Francesco lo aspetta. In tempi non sospetti s'era lasciato sfuggire come Daniele fosse "l'unico regista che ho in rosa". Ora sta adattando Cristante ma è chiaro che l'assenza del capitano, pesa anche a livello di rotazioni. E condizionano le scelte di mercato.
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