Ok per il contratto di De Rossi. Almeno lui lo firmerà, perché le parti non hanno nulla in contrario, non ci sono grosse perplessità, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Daniele resta giallorosso, altri due anni almeno. Poi si vedrà.
rassegna stampa
De Rossi, il cuore oltre la firma
Contro la Fiorentina è stato autore di due assist, con il 97% dei passaggi riusciti, con quattro occasioni create, sei palloni recuperati e tre tackles vincenti
Ne ha giocate tante di partite con la maglia giallorossa in una carriera cominciata in prima squadra nel 2002 con Fabio Capello, mentre a Trigoria ancora prima, da quando è arrivato (grazie a Bruno Conti che lo ha prelevato dall’Ostiamare) nel settore giovanile, prima nei Giovanissimi di Orlando Sembroni quando aveva dodici anni, poi negli Allievi di Mauro Bencivenga e infine nella Primavera di Guido Ugolotti. Daniele faceva l’attaccante, poi la mezz’ala, quindi il centrocampista-regista-difensore come adesso, ovvero quello che ha deciso la partita contro la Fiorentina con due assist, con il 97% dei passaggi riusciti, con quattro occasioni create, sei palloni recuperati e tre tackles vincenti.
L’unico vero neo di quest’anno - al netto di qualche partita giocate non benissimo - è l’espulsione contro il Porto, che gli è costata tre giornate di squalifica. Un gesto (non solo quello ovviamente) che ha compromesso la qualificazione alla fase a girone di Champions.
Il ragazzino oggi ha superato le 500 presenze con la maglia giallorossa. Straordinario anche il percorso in Nazionale, al di là del Mondiale vinto nel 2006: con 110 partite e 19 gol è il giocatore della Roma che conta più presenze e gol in azzurro.
De Rossi è tornato centrale, in tutti i sensi, sia per come sta giocando sia per come continua a esprimere il suo romanismo. L’ultima occasione, quando ha chiesto urbi et orbi il rinnovo di Spalletti. A Trigoria oggi filtra un po’ di pessimismo, anche se la partita con Spalletti non è chiusa.
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