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ROME, ITALY - JANUARY 20: AS Roma coach Daniele De Rossi during the Serie A TIM match between AS Roma and Hellas Verona FC - Serie A TIM at Stadio Olimpico on January 20, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Fabio Rossi/AS Roma via Getty Images)
C'è la mano di De Rossi, si dirà con molta fretta, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Non era Harry Potter Mourinho, così come non può esserlo Daniele, bravo comunque a partire con il piede giusto: le vittorie vanno godute e lui se la deve gustare fino in fondo, senza tuttavia dimenticare la sofferenza patita nel secondo tempo, figlia di quei limiti tecnici di squadra denunciati a gran voce dallo Special e di una condizione fisica generale non certo smagliante. Per non parlare poi delle assenze, che sono tante e sanguinose. Uscendo dalla fastidiosa retorica di Daniele "figlio di Roma" che aggiusta tutto in tre giorni, un aspetto tattico è visibile. Un'idea giusta, sbagliata e perfino coraggiosa visto il materiale a disposizione, ma è impossibile stabilirlo dopo una partita. Per ora si notano certi principi nuovi da seguire, più in là forse vedremo continuità nell'applicarli e qui si vedrà la vera mano del nuovo allenatore. Le due reti giallorosse arrivano nei primi 25 minuti: la prima (19) la firma Lukaku dopo un'azione avviata da Pellegrini che coglie in modo geniale sulla sua verticale la corsa lunga di El Shaarawy, che fa fuori due avversari e scarica sul belga, pronto per il suo quindicesimo gioiello; la seconda rete vede protagonista Romelu, che manda in area un pallone che il Faraone sporca per il capitano in arrivo alle sue spalle, che manda la palla sotto la traversa con un sinistro potente. La sofferenza della ripresa è nelle occasioni del Verona, che spesso si trova a infastidire i centrali della Roma e non solo. Parlavamo di principi diversi. Intanto si riparte dalla difesa a 4, con Karsdorp e Spinazzola terzini, centrali Huijsen e Llorente. Tre a centrocampo, Bove, Paredes e Pellegrini e tre davanti, ovvero Dybala, Lukaku ed El Shaarawy. Pellegrini si alza spesso e si doppia, fa il mediano, la mezz'ala e il regista, con maggiore energia rispetto alle ultime apparizioni. Dybala si sacrifica sulla fascia, parte largo e si accentra: deve rincorrere e questo non proprio è il suo. In fase difensiva, Paredes si abbassa e si passa dal 4-3-3 a un 4-1-4-1 modello Spalletti. Al minuto 28 del primo tempo finisce la partita di Spinazzola: al suo posto non entra Zalewski, ma Kristensen. Il polacco sostituirà Dybala a ripresa iniziata. Come a dire: il polacco è un attaccante, non un terzino. Facile a dire che, contro un'altra squadra, la Roma non avrebbe vinto, non abbiamo controprove. Facile sostenere invece che la prima di De Rossi, almeno, è stata accompagnata da una buona stella. La Roma doveva vincere e ha vinto.
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