Daniele De Rossi oggi è uno dei protagonisti del bell'Europeo che l'Italia sta disputando, è tornato titolare e leader, in più sta diventando papà per la terza volta (verso la fine di agosto). Eppure il romanista dà spesso la sensazione di volersi liberare di una tensione accumulata e sempre viva in lui, più figlia dei venti di Roma che non quelli che tirano nel sud della Francia. Lo ascolti e ti convinci che il problema forse sia la sua città con i relativi chiacchiericci, la Roma con i suoi dirigenti, i romanisti-commercialisti, scrive Alessandro Angeloni su "Il Messaggero".
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De Rossi al veleno: «Merito rispetto»
"Si diceva che passeggiavo per il campo, ma io ero solo infortunato e Conte si era solo spaventato: ho fatto bene anche con la Roma, ma quando si vinceva senza di me, qualcuno diceva ecco, è fatta, ce lo siamo tolti di torno..."
Troppe volte si è sentito un peso anche per il club, che negli anni ha manifestato insofferenza per il suo ingaggio. Questa storia non gli è andata mai giù e ancora oggi lo irrita. Le critiche arrivano, ti attraversano e poi volano via. Ma questo non vale per tutti. «Invecchiando ho imparato a non soffermarmi su chi dà giudizi affrettati: spesso chi lo fa non sa distinguere un pallone da una noce di cocco. E' la verità. Si diceva che passeggiavo per il campo, ma io ero solo infortunato e Conte si era solo spaventato: ho fatto bene anche con la Roma, ma quando si vinceva senza di me, qualcuno diceva ecco, è fatta, ce lo siamo tolti di torno...».
Chiosa finale anche sull'Italia: «La vera stella è Antonio Conte, un animale da campo. Mi avrebbe sorpreso saperlo alla guida dell'Italia per tanto tempo, infatti andrà via. Per ora è qui con noi e mostra tutta la sua trascinante mentalità. Io non sono una stella, perché questo termine va bene per gente come Ibra, Ronaldo: diciamo che sono un calciatore forte in un gruppo che ha caratteristiche specifiche, dalla compattezza alla forza nei cambi fino alla difesa più forte del mondo. Ma ormai abbiamo scoperto le carte e su di noi ci sarà maggiore attenzione da qui in avanti».
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