Non parla spesso. Ma quando lo fa, Lina Souloukou, va ascoltata. La Ceo giallorossa infatti non è mai banale. Così, quando il 29 maggio, a margine dell'European Globe Soccer Awards tenutosi nel suggestivo scenario di Cala Volpe, in Costa Smeralda, aveva accennato come in futuro non fossero da escludere "sinergie proficue per Roma e Cannes", bisognava capire che qualcosa già bolliva in pentola, scrive il Messaggero. Tempo 10 giorni e quel "qualcosa" si è materializzato nell'offerta della famiglia Friedkin per rilevare l'Everton, club storico della Premier League. Il Friedkin Group fa quindi sul serio. E il fatto che off the record non siano arrivate smentite ma conferme, lascia intendere come l'offerta sia sul tavolo. Non è l'unica ma in buona compagnia di altre cinque manifestazioni d'interesse. Concluso infatti il 31 maggio scorso periodo di esclusività per l'eventuale acquisto da parte di 777 Partners (proprietario anche del Genoa e del Vasco da Gama), per l'Everton si è aperta l'asta. L'attuale proprietario (al 94,1%), l'imprenditore iraniano Farhad Moshiri, è intenzionato a cedere la società e ora è libero di trattare con chiunque. A far gola, oltre al prestigio di entrare nel campionato più ricco e competitivo del mondo, è lo stadio che verrà inaugurato nel 2025, un muro stile Dortmund di 53mila posti costato la bellezza di 500 milioni di sterline.
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Dan senza frontiere, ora vuole l’Everton
E la Roma? Anche ieri da Trigoria si sono affrettati a confermare le parole della Ceo Souloukou al meeting in Sardegna: "Resterà il gioiello della corona, non c'è la minima intenzione di lasciarlo, questo deve essere chiaro. La Roma resterà sempre il centro del nostro progetto, per la città e per i tifosi. Vogliamo portarla al vertice del calcio europeo. La visione della proprietà è quella di un grande investimento a lungo termine". Non è la prima volta che la famiglia Friedkin guarda all'Inghilterra. Già un anno fa, con la partnership con l'Hull City, gli americani avevano provato a mettere piede nel mercato inglese. Vien da sé che un conto è una collaborazione e un altro essere proprietari di un club ma la volontà di ampliare la galassia del gruppo - sul modello della Red Bull.
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