Budapest e il 31 maggio sono vicini, ma non così tanto, non oggi. C'è il rischio di essere divorati da mille piccole ansie: e la Fiorentina e la caviglia di Dybala e il silenzio dei Friedkin (reso più denso dalle parole in libertà di Pinto). Tutti motivi di pensieri fuori dal campo che appesantiscono la lunga vigilia di un appuntamento decisivo, scrive Paolo Liguori su Il Messaggero sulla rubrica 'Curva Sud'. Chi vive a Roma, sa bene di cosa parliamo: ci sono amici pronti a partire con ogni mezzo per l'Ungheria. Non si tratta di viaggi della speranza, ma di amore, orgoglio, sicurezza. Tutti vogliono essere con la Roma, alcuni dichiarano che seguirebbero Josè in capo al mondo. Mi chiedo: c'è ancora qualcuno che non ha capito cosa ha smosso lo Special One nell'animo dei tifosi? Oggi c'è una partita in più a Firenze. Niente di drammatico, ma mi piacerebbe da oggi a martedì sentire una parola di sostegno e di incoraggiamento da parte della proprietà. II Capitano Totti dice saggiamente: alcuni non parlano, altri hanno parlato troppo. Giusto, siamo d'accordo, però chi vive con la Roma nel cuoresa che, a questo punto, la paura più diffusa non è perdere la Coppa, ma perfino vincerla, vedendo andare via Josè, come fu con l'Inter. A Dan, daje! E diglielo che vuoi che resti a casa!
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