Alla prima di Daniele De Rossi, contro il Verona, Bryan Cristante era squalificato; contro il Feyenoord, la scorsa settimana, è stato tenuto a riposo (in campo solo 3’), visti i problemi alla schiena con cui convive da un po’. Strano ma vero, il nuovo allenatore della Roma prima ha dovuto e poi ha voluto fare a meno di un insostituibile, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Perché di questo si tratta, basti chiedere a Mourinho, che lo ha mandato in campo sempre e per sempre. Per Bryan, Europa, vuol dire Europeo 2020 (vinto), vuol dire anche Conference League 2022 (vinta), e infine anche finale di Europa League (persa col Siviglia per mano soprattutto dell’arbitro Taylor). E vuol dire ancora Europeo, il prossimo, in Germania: Spalletti non lo lascerà a casa, ad oggi questo rischio non lo corre. Se è vero che l’Europa è il giardino di Lukaku (26 reti), è altrettanto vero che Cristante è sempre riuscito a distinguersi anche quando si è trattato di allontanarsi dall’Italia.
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Il Messaggero
Dall’Europeo alla Conference: è Cristante l’altro asso di Coppe
Il centrocampista è sempre riuscito a distinguersi anche quando si è trattato di allontanarsi dall’Italia
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