Nel calcio basta poco per cambiare idee e convinzioni, figuriamoci a Roma dove passare dai facili entusiasmi alla depressione è passo assai breve. In questo senso, il week end appena trascorso ne rappresenta un chiaro esempio, scrive Massimo Caputi su Il Messaggero.
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Dalle stelle alle stalle: la depressione è Capitale
Le sconfitte di Roma e Lazio sono un brutto colpo per le speranze e le ambizioni delle due tifoserie
Le sconfitte di Roma e Lazio sono un brutto colpo per le speranze e le ambizioni delle due tifoserie. Difficile dargli torto. Contro il Chievo e la Sampdoria, prima la Lazio e poi la Roma, hanno dato corpo a vecchi fantasmi: l'incapacità di alzare l'asticella. Chi per un motivo, chi per un altro, entrambe hanno fallito la prova di maturità. La Roma, elogiata per il suo nuovo atteggiamento più solido e meno spettacolare, è ricaduta nei vecchi difetti: sbiadita e rimontata.
A togliere energie ed entusiasmo a tutto l'ambiente romano si aggiunge il mercato di gennaio, un vero tormento che si prolungherà fino a domani . Sulla sponda giallorossa ci si consuma tra chi dovrebbe/potrebbe arrivare o chi sarà venduto. La Roma più che guardare avanti deve coprirsi le spalle. La difesa del secondo posto è l'obiettivo più concreto sui cui concentrarsi. L'invito per le due formazioni romane è quello di mantenere i piedi ben piantati in terra: sognare meno per evitare cocenti delusioni. Questo è un campionato strano e inaffidabile, reso assolutamente imprevedibile da una classifica con squadre già spacciate ed altre che non hanno veri obiettivi.
Sarà un girone di ritorno pieno di trappole, oltre che di assoluta mediocrità tecnica. Perfettamente in linea con gli interessi dei dirigenti che gestiscono da anni il nostro massimo campionato.
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