Caro Spalletti, t’avessi incontrato prima. E' l'esclamazione che molti (o tutti) i tifosi romanisti affermano in queste ore in città, come evidenzia Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Il tecnico toscano ha riacceso emozioni e alimentato rimpianti per una stagione che poteva far sognare il popolo giallorosso.
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Dal Verona al Palermo, ecco come Lucio ha portato punti e alimentato rimpianti
Sette partite con Spalletti in panchina, cinque vittorie, una sconfitta e un pari. E ridotto il gap con Juve e Napoli
Sì, perché se questo mini-ciclo sotto la guida di Lucio, fosse cominciato prima, o a inizio stagione, forse staresti, cara Roma, insieme con le prime due.
Ipotesi, chiaro. Ma molto vicine alla realtà. Sette partite con Spalletti in panchina, cinque vittorie, una sconfitta e un pari. Il pari all’esordio con il Verona e la sconfitta contro la Juventus. Poi, è cominciata la risalita, faticando, ma con i risultatati in spalla: successo con Frosinone, con Sassuolo, con Sampdoria, con Carpi e con Palermo.
L’aspetto difensivo, passando dai tre ai quattro, pian piano comincia a reggere. L’attacco riprende quota. Sedici gol fatti nelle sette gare spallettiane, quindici su azione (Keita, su azione da angolo) segno che si comincia a giocare al calcio, che si riesce a rendere pratica un’idea di gioco.
Spalletti sta recuperando pian piano anche Dzeko, autore di tre reti nelle due ultime sfide di campionato. E contro il Palermo, Lucio ha creato un sistema di gioco che potesse valorizzare le qualità di Pjanic, trequartista e di Salah e Dzeko messi uno vicino all’altro.
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