Roma ha adottato José Mourinho. Lo ha coinvolto e assorbito, lui si è lasciato stregare dalla bellezza della città, dal calore della sua gente. E l'ha fatta diventare casa scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Se l'amore per l'Inter sarà eterno, quello per Roma (e la Roma) è appena sbocciato. Lo Special ci ha messo poco a integrarsi, ha scelto di andare a vivere ai Parioli e non nella zona dell'Eur (dove ha il dentista) certamente più comoda per raggiungere il centro sportivo di Trigoria. Abitare in un quartiere centrale significa vivere la città e suoi abitanti, uscire di casa e trovarsi a fare una passeggiata a Villa Borghese. Approfitta della mascherina per muoversi senza essere riconosciuto, lo fa principalmente la sera sia per mimetizzarsi meglio nel buio, sia perché a Trigoria ci resta anche 12 ore. Non è un allenatore che non vede l'ora di scappare dal centro sportivo per raggiungere la famiglia. Anche perché moglie e figlia trascorrono molto tempo a Londra. Trigoria, infatti, è diventata la sua seconda casa, ci resta a dormire anche tre o quattro volte a settimana, chi ci lavora lo vede spesso girare in ciabatte a testimonianza che è diventata un luogo amico in cui poter essere sé stessi. All'interno dispone di due uffici, uno al primo piano e uno a livello dei campi. Ama prendere il sole, ha fatto installare un maxischermo sul campo per rivedere le azioni e usa spesso il drone durante l'allenamento. Mourinho è così, rigoroso e ostinato quando c'è da difendere il suo lavoro, indulgente e tollerante quando nella vita privata. "L'amore per l'Inter sarà eterno, ma adesso Roma è casa mia", ha detto l'ultima volta che ha affrontato i nerazzurri. Magari, fra qualche tempo, anche la Roma riuscirà a rubargli un posto nel cuore.
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