rassegna stampa

Da Walcott a Strootman, il mondiale maledetto

(Il Messaggero – B.Saccà) Si direbbe che ormai le liste delle convocazioni mondiali le stilino i medici più dei ct.

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(Il Messaggero - B.Saccà)Si direbbe che ormai le liste delle convocazioni mondiali le stilino i medici più dei ct. Del resto il torneo comincerà fra soli 13 giorni e l’unica nazionale che si arricchisce a ritmo continuo è quella degli infortunati. Portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti, e che attaccanti. Tutti chinano il capo davanti al dolore e all’acciacco, alla noia muscolare e al legamento ballerino.

TRE IN SETTE GIORNI -  Una maledizione. I tecnici, naturalmente, possono opporre poche resistenze: a malincuore tirano una linea sul nome dello sfortunato, magari in trepidante ansia da quattro anni, e via, una nuova chiamata.

L’Olanda e la Germania sono certo le nazionali più fustigate. Gli oranje, d’altronde, non avranno il romanista Strootman e Van der Vaart, tradito proprio l’altro ieri dalla coscia destra, mentre i tedeschi non potranno disporre di Gündogan e di Lars Bender, due pedine molto utili.

Lo spagnolo del Bosque aveva perfino convocato Thiago Alcantara, un perno del Bayern di Guardiola: ha sperato a lungo di poterlo recuperare, ma si è dovuto arrendere ai responsi dei medici. E addio notti mondiali anche per Benteke del Belgio e per il colombiano Edwin Valencia, notizia fresca di ieri. La palma della fatalità l’ha meritata però il ct croato Kovac, capace di perdersi Ilicevic, Strinic e Kranjcar in una settimana nera.

Quanto ai portieri, ecco i sogni infranti dello spagnolo Valdes e del francese Steve Mandanda, inizialmente chiamato ma subito costretto al riposo da un trauma delle vertebre cervicali.

TROPPE PARTITE -  Sul versante degli attaccanti, lo scenario è variegato: gli inglesi Walcott e Rodriguez vedranno i Mondiali grazie alla Bbc; tre fuoriclasse del gol corrono invece sul filo. Il colombiano Falcao ha ormai saltato l’ostacolo della lesione del crociato e ora confida solo nel bacio della fortuna. Lo spagnolo Diego Costa calerà viceversa ogni carta possibile per non abdicare. E l’uruguaiano Luis Suarez, il terrore dell’Italia, si è procurato una lesione del menisco ed è passato per la sala operatoria appena una settimana fa. «Ma tranquilli, ci sarò», ha assicurato. Un’ecatombe simile non può però essere soltanto il frutto della casualità: piuttosto, i calciatori giocano evidentemente troppe partite durante la stagione e tendono dunque ad usurarsi, specie sotto il profilo fisico. Quest’anno, per intendersi, l’Atletico Madrid ha disputato niente meno che 61 gare. Inumano.