Sarà stato anche "un mercato che ha ridotto i costi e abbassato l'età media della rosa" (cit.). Ad oggi di certo c'è che -

il Messaggero
Da Soulé a Hummels, Juric in attesa. Il mercato estivo ancora non decolla
prima con De Rossi e poi con Juric - non ha agevolato l'allenatore di turno, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. E la prudenza che in questi casi viene ritenuta d'obbligo con il calendario che recita ancora 16 ottobre, regge fino ad un certo punto. Se sono bastate infatti 4 partite (di cui tre giocate in trasferta) per stracciare un progetto triennale siglato a fine giugno e cambiare in corsa allenatore per "vincere trofei" (così è scritto nel comunicato firmato da Dan e Ryan Friedkin), i punti sono ancor di più gli stessi a Cagliari, al debutto lo scorso 18 agosto, come lo saranno all'ultima di campionato il 25 maggio a Torino. Soprattutto alla luce di un tour de force (7 gare in tre settimane) che diranno molto della stagione della Roma. Sette partite (5 di A e 2 di coppa) nelle quali servirà inevitabilmente ruotare la rosa a disposizione. In quest'ottica il tecnico di Spalato, dopo un primo periodo di apprendistato (tre cambi a partita tra Udinese, Bilbao e Venezia), già contro l'Elfsborg ha lasciato intendere l'aria che tirerà da qui in avanti. La domanda vien da sé: la Roma ha una rosa tale da permettere all'allenatore di ruotare sei calciatori a partita senza cali? Guardando la prova in Svezia qualche dubbio viene anche se Ghisolfi ha provato a dissiparlo indirettamente ricordando, a chi manifestava nel forum a Trigoria delle perplessità sulla costruzione della rosa soprattutto sugli esterni, come la Roma ne avesse addirittura sette. Eppure qualche perplessità permane. Già le parole dell'altra sera di Dovbyk nel post-gara di Ucraina-Repubblica Ceca ("Sono stanco"), lanciano un campanello d'allarme. E non solo per il ruolo di vice-centravanti che in questo caso chiama in causa Shomurodov (che lo scorso anno faceva la riserva a Cagliari).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

