rassegna stampa

Da Fazio a Cristante, le comparse sono sparite

Pallotta dagli Usa che si è lamentato per il gioco deludente della squadra e soprattutto di alcuni calciatori che ormai sembrano degli ex

Redazione

L’unica nota positiva è che i tifosi della Roma non hanno assistito dal vivo all’umiliazione andata in scena all’Olimpico, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero.

Una partita persa sin dall’inizio quando Fonseca ha scelto di mettere in campo calciatori senza grinta, tenacia, aggressività, ma soprattutto senza le doti tecniche necessarie per affrontare il campionato di Serie A.

Pallotta dagli Usa che si è lamentato per il gioco deludente della squadra e soprattutto di alcuni calciatori che ormai sembrano degli ex. Bruno Peres, riportato a Trigoria da Petrachi come se fosse un trofeo, ha dimostrato tutti suoi limiti commettendo errori tra il tragico e il comico: lento, goffo e senza spunti, ha permesso all’Udinese di affondare sulla destra e segnare il primo gol. Restando in difesa, finalmente è chiaro perché contro la Sampdoria tra Ibanez e Fazio, Fonseca abbia scelto di schierare l’ex Atalanta: il Comandante (soprannome da archiviare) sbaglia le marcature, è lento, impreciso e inadeguato.

Fa tenerezza quando si accascia a terra e chiede l’aiuto di Cristante per smaltire i crampi, un esubero da 2,5 milioni a stagione che ha ancora un anno di contratto e che Baldini deve sbrigarsi a piazzare a una squadra senza troppe pretese.

Ma è a centrocampo che si è consumata la vera tragedia romanista: un reparto incapace di costruire azioni pericolose, poco fluido e senza intuizioni.

Diawara è sembrato il fantasma del calciatore visto a Trigoria prima del lockdown, ha provato qualche passaggio filtrante ma senza successo. Poco più avanti, al centro della trequarti, c’era Perotti il peggiore per distacco, la sua espulsione ha dato la forza di reagire alla squadra per soli cinque minuti. Poi il buio totale. Infine, Kalinic che sembrava una vecchia gloria.