Gasperini continua giustamente a sforzarsi nel vedere il bicchiere mezzo pieno. Il problema è che anche dandogli il credito che merita, resta sempre l’altra metà, ricca di calciatori in difficoltà, di tentativi di riparare ad un mercato che per ora non sta dando nulla alla causa e di qualche errore di reparto che inizia a ripetersi in modo sinistro. Inutile provare ad edulcorare la pillola: se la Roma vuole ambire a restare in zona Champions, deve iniziare a segnare di più, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Quale sia la formula: falso nove, con il centravanti, con la doppia torre, fate vobis. Perché 9 gol in 7 partite, conoscendo i trascorsi del tecnico, sono a dir poco una miseria. Gasp le sta tentando tutte. Dovbyk e Ferguson non lo convincono, lo abbiamo capito, e per questo motivo sta cercando di puntare sulla qualità, ricevendo delle risposte a metà. Qualità per il tecnico vuol dire infatti superiorità numerica, dribbling, combinazioni veloci che ad oggi, tolto qualche sprazzo (i gol di Soulé a Pisa e Firenze ad esempio, i dodici minuti di fuoco dell’altra sera, con l’imbucata di Koné per Dybala e la serpentina di Paulo), faticano a vedersi. Con il Torino il tecnico ha provato così ad allargare Dybala e Soulé per sfruttare le incursioni di El Aynaoui: niente. Sabato con l’Inter ha invece arretrato Pellegrini, lasciando Soulé largo a destra e alzando Paulo: zero, almeno per un tempo.
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