rassegna stampa

Il cugino di Ciro disarmò De Santis

Il suo tentativo disperato di strappare il revolver a ”Gastone” avrebbe fatto inceppare il caricamento di un proiettile, ritrovato poi a terra inesploso.

finconsadmin

Afferrò la pistola dalla canna e cercò di sfilargliela con tutta la forza. Sarebbe stato Alfonso Esposito a cercare di disarmare Daniele De Santis, l'ultrà della Roma accusato di aver ucciso il cugino, il tifoso napoletano Ciro Esposito. Il suo tentativo disperato di strappare il revolver a ”Gastone” avrebbe fatto inceppare il caricamento di un proiettile, ritrovato poi a terra inesploso. La circostanza è stata ribadita ieri pomeriggio dai periti incaricati di svolgere una consulenza sui drammatici scontri registrati a Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina del 3 maggio e finiti con l'omicidio. Una consulenza illustrata per ore, nel corso dell’udienza in sede di incidente probatorio davanti al gip Giacomo Ebner e ai pm titolari dell’inchiesta, Antonino Di Maio e Eugenio Albamonte. Il perito balistico dei Ris ha confermato il tentativo di sfilare l'arma dalla canna, mentre l'ematologo ha ribadito che sulla pistola oltre alle tracce di sangue di De Santis c'erano solo quelle di Alfonso Esposito.

Bisognerà ora accertare se la colluttazione per disarmare l'ultrà romanista sia avvenuta prima o dopo il pestaggio ai danni di ”Gastone” da parte dei tifosi napoletani. La procura, al momento, non esclude che Alfonso Esposito abbia tentato di strappare la pistola all’ultrà giallorosso dopo i primi quattro spari, che avevano colpito Ciro, lo stesso Esposito alla mano e Gennaro Fioretti.L'incidente probatorio, fissato per cristallizzare le prove raccolte contro gli imputati (De Santis detenuto per omicidio volontario, Alfonso Esposito e Fioretti accusati di rissa), riprenderà il 13 ottobre. 

I GUANTI -  Durante l'udienza di ieri si è parlato anche dei guanti indossati quasi certamente da De Santis e ritrovati all’interno del Ciak Village, dove lavorava. Erano abbandonati e bagnati. Dalle foto proiettate in aula però sarebbe emerso con evidenza che i guanti (ritrovati in due punti diversi) non sarebbero caduti nella corsa ma, molto più probabilmente, sarebbero stati sfilati da chi li indossava. Per l'accusa De Santis, a differenza di quanto riportato dalla perizia, avrebbe sparato coi guanti di cui poi si è liberato. Il 9 ottobre l'ultrà romanista sarà interrogato nell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove si trova ancora ricoverato, per le ferite riportate nel pestaggio. "Gastone" nel primo interrogatorio aveva sostenuto di non ricordare nulla. Intanto il medico del Gemelli che lo avrebbe tenuto in cura per 55 giorni a Roma, ha detto ai pm di non aver riscontrato mai segni di accoltellamento. I legali del tifoso, invece, avevano denunciato quattro tagli di un centimetro all'altezza dei glutei.