rassegna stampa

Codice Prandelli: chi sbaglia paga

(Il Messaggero – U.Trani) «Chi sbaglia, è fuori». L’avvertimento di Cesare Prandelli fa tremare gli azzurri. Per i cattivi, punizione esemplare: niente Brasile.

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(Il Messaggero - U.Trani)«Chi sbaglia, è fuori». L’avvertimento di Cesare Prandelli fa tremare gli azzurri. Per i cattivi, punizione esemplare: niente Brasile. «Il codice etico non scompare e ci sarà anche nell’ultimo mese del torneo. Sono convinto che nessuno userà più pugni e gomiti. Ma chi lo farà, non verrà al mondiale». Nelle restanti 5 gare del campionato, dunque, il ct non giudicherà i singoli solo per le prestazioni, ma anche per i comportamenti. Gol, parate, contrasti e colpi proibiti: così nascerà la lista dei 30, da presentare il 13 maggio (prima del 38° e ultimo turno) e dalla quale usciranno i 23 definitivi da ufficializzare alla Fifa il 2 giugno.

ORA È ALLARME - «Li ho riuniti in mattinata e ho detto loro quattro cose. La prima sul codice etico». Prandelli davanti a 42 azzurri, qui a Coverciano per i test di valutazione funzionale. Tra loro anche Balotelli, De Rossi e Osvaldo, già esclusi in passato per motivi disciplinari (quaranta giorni fa il romanista saltò l’amichevole Spagna-Italia per il cazzotto a Icardi), oltre a Cassano, per la prima volta qui dopo Euro 2012. Il ct interviene nuovamente sulla questione perché, parlando con alcuni arbitri internazionali, ha ricevuto alcuni dati preoccupanti: i calciatori italiani sono nella lista nera. Quindi il rischio è enorme in vista del mondiale: siamo considerati violenti. «Sono stufo e stanco di certi gesti. Bisogna imparare a non reagire alle provocazioni. Chi non riesce a reggere la pressione in campionato, vuol dire che non ne sarà capace nemmeno al mondiale. Noi siamo uno degli ultimi paesi in cui ancora si vedono questi atteggiamenti. Chi viene in nazionale deve avere una forza interiore per evitare di colpire l’avversario con pugni e gomitate». Svicola, però, sui due pesi e le due misure con cui si selezionano i giocatori da punire. «Io non devo aspettare il giudice sportivo o la prova tv. Se noto una cosa che non mi piace, intervengo. Poi se uno ha scontato la squalifica, non sommo una punizione all’altra e chiamo il giocatore. A loro ho chiesto che cosa farebbero al mio posto davanti a certe cose, se meritano di venire in Nazionale. Loro hanno detto no. Basta ragionare da tifosi».

TOTÒ E PEPITO - Cassano è davanti a Rossi. Il primo può farcela, l’altro è fuori. «Antonio si è presentato con il sorriso. Ma vuole mettermi in difficoltà nelle scelte: si giocherà il posto con gli altri convocati». Prandelli non si sbilancia, invece, sull’attaccante viola: «Quando tornerà in campo, valuteremo la condizione fisica e quella psicologica. Vorremmo vederlo già pronto e con la maglia da titolare. Non sarebbe serio nei suoi confronti dire ora se siamo ottimisti o no».

SENATORI A CASA - Mancano, tra i 42, alcuni big. Li nomina Prandelli. Con rispetto. «Giocatori come Totti, Di Natale e Toni, meriterebbero più spazio e più considerazione. Mi limito a spiegare che se ci saranno emergenze, vedremo se inserire qualcuno in corsa. Ma il gruppo è questo. I giovani, negli ultimi mesi, si sono svegliati e hanno fatto cambiare idea a tutti. Adesso reggono la pressione». La sorpresa può essere l’italobrasiliano Romulo. È il jolly ideale per corsa, qualità e continuità». In Brasile forse con «nove centrocampisti, per aver scelta nel nostro reparto di maggiore qualità». Aggiunge: «Ringrazio i club e la Lega per questo stage: l’aspetto atletico sarà fondamentale. Caratterialmente non siamo secondi a nessuno, ma fisicamente dobbiamo preparaci bene. Per passare la prima fase e arrivare in fondo».

MATTIA E CIRO - Spazio ai bomber di stagione. Il capocannoniere Immobile è in rimonta: «È una sorpresa. Ha superato le difficoltà dell’anno scorso e fatto ricredere chi non lo considerava da serie A. Ora è un pretendente per il mondiale. Ha carattere e il giusto dna dell’attaccante». Il ct garantisce personalmente su Destro. «Con noi ha subito segnato e sta nel giro da due anni. Ne è uscito per un infortunio. Ora si è ripreso. Mi sembra migliorato, anche grazie alla Roma.

ACCORDO IN STAND BY - «Leggo cifre, scherzo dicendo che credevo di prendere di più, ma è il nulla: non ho ancora firmato il contratto». Prandelli sorride davanti al presidente federale Abete. «Ci dobbiamo sedere con i dirigenti per discutere dell’ingaggio e per programmare il futuro. Puntiamo sui giovani. Vorrei un'Italia come quella di Vicini nel novanta, con tutti ragazzi cresciuti con lui nelle nostre giovanili». Quelli dell’Under 21. Le altre tre cose dette al gruppo, dopo la prima sul codice etico: 2) «Chi non verrà in Brasile tornerà in futuro»; 3) «i dati dei test sono a disposizione dei preparatori dei club»; 4) «in ritiro si pensa solo alla maglia azzurra». Cioè niente mercato. Ieri controlli antidoping a sorpresa della Fifa, sangue e urine incrociati, per 37 dei 42 convocati.