(Il Messaggero - U. Trani) -«Bellissimo». Paulo Roberto Falcao sta seduto proprio davanti al plastico. Il lenzuolo bianco si alza in Campidoglio prima di mezzogiorno, nella Sala della Protomoteca, solo dopo che il responsabile dello staff organizzativo pronuncia la parola magica «Up». Rigorosamente in inglese, perché a sollevare il telo, con il sindaco capitolino Ignazio Marino, c’è il presidente giallorosso James Pallotta. Il Divino si gusta il nuovo stadio della Roma: 52.500 posti (possono diventare 60.137). Vicino ha Bruno Conti e Giacomino Losi, eroe del passato che come il brasiliano si è fermato al vecchio Olimpico, senza mai giocare nell’attuale, ristrutturato per il mondiale italiano del ’90. Quello che per Jim the President «Ha fatto il suo tempo, mentre questo sarà ultramoderno e stupefacente», frase che indica la svolta di ieri. Non è stata posata ancora la prima pietra, ma ne è stata messa sopra una sull’impianto inaugurato nel ’53 sotto la collina di Monte Mario e protetto dalla madonnina d’oro. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non c’è (impegnato in una scuola a Ivrea e rappresentato in sala da Chimenti, Uva e Fabbricini), ma non si offende per la sentenza del bostoniano, essendo favorevole al trasloco in Via del Mare: «L’iniziativa è un bel volano, ma non ci si fermi alla presentazione».
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“Ci scriveremo la storia”
(Il Messaggero – U. Trani) – «Bellissimo». Paulo Roberto Falcao sta seduto proprio davanti al plastico. Il lenzuolo bianco si alza in Campidoglio prima di mezzogiorno, nella Sala della Protomoteca
STORIA E FUTURO
Assente giustificato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, non mancano quelli delle leghe di A e B, Maurizo Beretta e Andrea Abodi. La Roma è al completo: Francesco Totti e Daniele De Rossi sono in prima fila con Rudi Garcia. «Sarà la nostra nuova casa. Mi piace il giardino al centro». Il francese indica il campo: «Lì continueremo a scrivere la storia della Roma. È da Champions». «Spero di essere il capitano anche nel nuovo sta- dio» chiarisce Totti. Oltre a Falcao e Conti, altri campioni d’Italia dell’83: Sebino Nela e Dodo Chierico. L’archi- tetto statunitense Dan Meis, già capace di firmare lo Staples Center di Los Angeles e il Super Arena di Saitama in Giappone (e altri nel pianeta) presen- ta nei dettagli il suo nuovo anfiteatro romano. Sullo schermo i primi particolari: curva Sud a strapiombo sul campo ( 14.000 posti), corridoio interno, suite accoglienti e copertura leggera. E il panorama a 360 gradi: il Tevere, i parcheggi, il villaggio d’intrattenimento, le boutique, i ristoranti e i campi d’allenamento. Pure La scala che porta allo stadio, con riferimento a quella di Piazza di Spagna e la parete galleggiante «di pietre locali» con il richiamo al Colosseo.
RAMPA DI LANCIO
Ecco i giocatori in campo per il riscaldamento su una piattaforma idraulica (dagli spogliatoi spunteranno sotto la Sud). «Siamo proiettati nel futuro, non vediamo l’ora di giocarci. Avremo una marcia in più, noi e i tifosi. Rosichiamo quando vediamo quello della Juventus che è molto bello, ma questo batterà la concorrenza per bellezza, calore e passione» sottolinea De Rossi. Anche Pjanic è raggiante: «Roma vede in grande. I tifosi lo meritano». Oggi il plastico sarà visibile al museo di Testaccio: ad accogliere la gens giallorssa, proprio Mr Jim e il Divino.
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