La rabbia con cui Zaniolo è uscito al momento della sostituzione contro il Bologna, non era dovuta alla contusione al
rassegna stampa
C’è voglia di Zaniolo
ginocchio ma alla frustrazione per non aver fatto gol, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Sta bene e contro il Milan a San Siro ci sarà. Ma servirà una reazione decisa perché in ballo non ci sono solo i tre punti e il sogno Champions, ma anche il suo futuro. L'idea di cambiare aria è sempre più assillante, non perché a Roma si trovi male, ma perché Pinto non gli ha ancora dato certezze. Più la Roma aspetta, più si avvicinerà la scadenza (giugno 2024) e maggiore sarà il rischio di perderlo a parametro zero. Nelle ultime settimane hanno chiesto informazioni sulla sua situazione contrattuale anche Borussia Dortmund e Atletico Madrid, oltre alla Juve. C'è poi il capitolo ruolo: con il Bologna nella posizione di falso nove non ha rubato l'occhio. Mourinho gliel'ha cucita addosso per avere una valida alternativa ad Abraham finito in panchina. Singolare, però, averlo riadattato ad attaccante centrale dopo che la scorsa stagione ha realizzato da esterno-trequartista 8 reti e in questa solo 2 tra campionato ed Europa League. Una punta centrale deve anche proteggere la palla spalle alla porta, gestirla e reggere il contrasto con i difensori, avere ottime capacità nel gioco aereo e soprattutto saper servire i compagni al momento giusto. Doti che forse Nicolò ancora non ha e si troverebbe più a suo agio come mezzala in un 4-3-3, ruolo in cui l'ha fatto esordire Di Francesco e in cui lo vede anche Mancini, o sotto una punta. Lui ama attaccare la profondità, provare l'uno contro uno e accentrarsi verso la porta. E un giocatore che accompagna la fase offensiva e accelera la giocata. Non a caso Totti, interrogato proprio sul ruolo di Zaniolo, ha risposto con ironia: "lo non ho ancora capito in che zona del campo gioca". Un equivoco che andrà risolto. Magari già da San Siro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA