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Il Messaggero

C’è un’altra Roma per la rincorsa

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Shomurodov, Soulé e Celik: la risalita in campionato dei giallorossi ha anche il volto dei calciatori che sembravano pronti a lasciare Trigoria dopo aver deluso nei primi mesi
Redazione

C'è un'altra Roma oltre Dybala. Che magari non entusiasmerà come quando Paulo è in campo ma che inizia a ritagliarsi il suo spazio, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Piccolo ma prezioso e soprattutto utile. Perché poi, a livello numerico, i tre punti a vittoria sono sempre uguali: sia che li ottieni con Parma e Monza sia che li guadagni battendo la Lazio al derby. Per carità, vien da sé che la percezione è diversa ma per un allenatore sapere di poter contare su 17-18 calciatori anziché su 12-13 cambia totalmente le prospettive. E la bravura di Ranieri, oltre a «riprendere il campionato» con un rincorsa che ha portato una striscia di 10 risultati utili positivi (7 vittorie e 3 pari), è stata quella in questi tre mesi di aver allungato la rosa. Perché quando si parla del lavoro di Claudio ci si sofferma spesso sulla rinascita di Paredes, Pellegrini, Hummels e Dybala ma c'è di più. Molto di più. Fermiamoci ad esempio alle ultime due gare di campionato con Parma e Monza, decise dalla strana coppia Soulé-Shomurodov. Eldor prima di Claudio aveva visto il campo per appena 253 minuti, coppe incluse. Appena due partite dal via (Elfsborg e Union St Gilloise) e 1 gol. Ora, da qualche tempo, non si è capito bene chi è il centravanti titolare tra lui e Dovbyk. E al di là dei discorsi sull'ucraino, la certezza è che Ranieri si fida di Shomu. Uno che nella Roma arrivò con l'etichetta dei 17,5 milioni spesi (più 2,5 di bo-nus) per lui da Pinto, che ha giocato poco ma che poi vai a vedere qualcosa di interessante, analizzando i minuti effettivamente giocati, la fa sempre. Sono 2100 spalmati in tre stagioni, l'equivalente di 23 partite abbondanti. Bene, con i suoi 10 gol e 9 assist l'attaccante è riuscito sempre a dire la sua una volta ogni 100 minuti. Percentuali importanti, che non si avvicinano minimamente a quelle dei suoi idoli Drogba e Torres ma che in una Roma abbonata ai sali e scendi, alla fine sono risultano utili. Eldor è cresciuto vedendo giocare Rivaldo, sì proprio il brasiliano ex Barcellona che in Italia militò al Milan e decise di finire la carriera nel Bunyodkor, la squadra di proprietà di suo zio in Uzbekistan.

Prima o poi gli andrà chiesto se in Soulé vede qualcosa del brasi-liano. Di certo con lui ha una gran sintonia. A Parma gli ha regalato la sponda dalla quale è nata prima l espulsione di Leoni e poi la magia di Matias su punizione. L'altra sera, l'argentino si è sdebitato con l'assist (bellissimo) del 2-0 ma soprattutto per la prima volta da quando è a Roma ha dato l'idea di giocare con la mente leggera, sgombra, finalmente a servizio della squadra e non alla ricerca disperata della giocata ad effetto. Come se la rete al Parma lo avesse finalmente liberato da un fardello che si portava dietro. Curiosità: entrambi a gennaio erano pronti a salutare. Eldor aveva praticamente trovato l'accordo con il Venezia che proprio in virtù dell'intesa ha deciso di cedere Pohjanpalo al Pa-ermo. Poi è arrivato il dietrofront giallorosso visto che Ghisolfi non è riuscito a trovare un sostituto e da qui la rinascita. Per Matias invece ce stata la fila: su tutti, come confermato dall'agente a TMW, il Fulham. Ma non solo: anche Valencia, Betis e Udinese si erano fatte avanti. In questo caso è stato decisivo Ranieri: «Rimani qui, ti darò spazio». Detto, fatto. Ma la cura Tinkerman non si limita a loro.