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Il Messaggero

C’è un amico da battere, la partita del cuore

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De Rossi torna a Roma per la prima volta da avversario: sarà una notte di emozioni. Il legame con la città e la maglia è eterno: "La mia fede calcistica ce l'ho scritta in faccia"
Redazione

Non è semplice parlare di De Rossi e non cadere nella retori-ca. Togliamoci subito il dente: la "vena di De Rossi"; "De Rossi mai banale"; "De Rossi figlio di Roma"; "Totti era il più forte ma il vero capitano era De Rossi", "Roma-Genoa la partita delle grandi emozioni", etc etc. Oggi però - scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero - è davvero una giornata particolare, al di là della retorica: quel ragazzo di Ostia, che ha speso una vita con la maglia giallorossa addosso (459 presenze e 43 gol), torna all'Olimpico, da avversario, 467 giorni dopo l'esonero da allenatore della Roma. C'è sempre una prima volta, ma molti speravano arrivasse tanto dopo. Questo ritorno è come il giorno dell'addio di Totti: situazioni opposte, ma stesse sensazioni. Come fosse un addio, anche questo: perché De Rossi ha preso la sua strada è ora è non più di casa, ma un amico, un ospite gradito. L'amore tra De Rossi nasce da lontano e non finisce oggi, perché quella di stasera è solo una certificazione, l'ennesima, che Roma e De Rossi non saranno mai nemici. La Roma ha vissuto questi incontri ad alto contenuto emotivo anche in altre occasioni: Di Bartolomei al Milan, un esempio su tutti. Lui pure capitano storico, leader di una Roma fantastica. Ago segnò contro i giallorossi, da avversario, un colpo al cuore per tutti. Esultò, per rabbia. Preparare una gara per battere la Roma, ha detto Daniele, è un qualcosa che va contro natura. Ma lui quella vittoria, stasera, la insegue. Gli si legge in faccia quanto sia della Roma, non fatica ad ammetterlo e ogni tanto gli scappa quel "noi" che accende i cuori dei suoi affezionati tifosi giallorossi. Lo avremmo voluto vedere sulla panchina giallorossa all'infinito per avere cosi il secondo regalo, ma non era il momento e chissà quando e se lo sarà mai. Ora la sua missione è salvare il Genoa e quel risultato passa anche per la sfida contro la sua Roma. Passerà tutto in pochi istanti, tempo di sentire il fischio d'inizio del match. E per la prima volta ci racconterà come è andata, cosa significa lottare per sconfiggere se stessi. Perché la Roma è un pezzo di lui.